10 novembre 2020

MUCH LOVE

a me questa vita sta spaccando in due. non ci capisco più col cervello, con lo spirito e con il corpo; tutto mi si sballa dentro (non che è uno sballo, ma che tutto è sottosopra). 
il corpo mi dà segnali contrastanti: sono tornata indietro di anni con la pelle del viso, che manco da adolescente; il ciclo è in tumulto, arriva a caso, così, fuori luogo o decisamente troppo in ritardo; il sonno è in panne, ho deliri notturni da aver paura, tipo gente che mi vuole molestare ma che poi riempio di botte per autodifesa, o mi cadono tutti i denti e prima della caduta li sento muoversi tutti insieme in bocca, al punto di doverli cercare con le dita al risveglio, per accertarmi che sia stato solo un sogno.

vi prego, fate qualcosa, facciamo qualcosa, per tornare a vivere.

quando la domenica vedo orde di romani venire al mare a mangiare e camminare (sulla pista ciclabile, tra l'altro, e io che passo in bicicletta giustamente mi imbestio, e che cacchio!), per non rimanere a casa...ok, venite pure, ma METTETEVI QUELLA MALEDETTA MASCHERINA. 
non vi va? e allora statevene a casa!
perché se non ve la mettete e uscite, rompete le balle a tuti, me compresa, che ci facciamo il mazzo a uscire solo quando serve, per proteggerci l'un l'altro. ma forse non sapete cos'è il concetto di rispetto, dove sta di casa, cosa significa...

insomma, per quanto osservo intorno a me e da quanto capto dai pochi telegiornali che vedo (non voglio farmi venire l'ansia oltremodo, preferisco vedere poche cose, mirate e per il resto distrarmi) andremo a finire dentro un altro blocco totale. 
scusate ma me lo sento. guardandomi in giro e osservando gli atteggiamenti delle persone, finiremo a chiudere un'altra volta tutta la baracca. 
e allora altro che incubi. 
solo che mi rompe. mi rompe dover subire per l'idiozia della gente, dell'altra gente.

se vi volete suicidare, prendete la macchina, andate al molo e buttatevi di sotto a tutto gas. o con una pietra al collo, sempre al molo. fate per conto vostro. io non c'ho intenzione.

much Love,
MC

29 ottobre 2020

AFRIKA


no, non siamo in Africa, anche se lo sembra. E' casa mia, pochi giorni fa... 

ma a proposito di Africa, ieri mi è capitata in Spotify questa canzone, che ho letteralmente amato, questa state, di cui non ho imparato la coreografia nonostante ne avessi tutte le intenzioni. 
Sono sempre in tempo. 😄

Se fossi stata adolescente in questa estate 2020, invece, sono sicura che adesso la ballerei senza pensare ai movimenti, come facevo con la Macarena ai tempi del liceo.....

Love,
MC

01 luglio 2020

VARIE ED EVENTUALI - aggiornamenti su più fronti

non è il primo post che intitolo in questo modo, qui sul blog, il che la dice lunga sull'altalenante fantasia che mi caratterizza, ma oggi avevo un po' di voglia di scrivere e, visto che ho un po' di tempo nel dopo pranzo, prima di tutto quello che verrà dopo, ho deciso di sedermi e iniziare.

è estate piena, ormai, qui 🌞🌞🌞 ed io ringrazio profondamente mio fratello che ci ha regalato la sua piscina rotonda di 5 metri di diametro (ne ha presa una più grande, fissa) perché quotidianamente il tuffo c'è, insieme al riposo sul lettino, e quando fuori ci sono 35 gradi, certo fa comodo. 
sono anche a 2 km dal mare, diciamolo, ma confesso anche la mia sindrome da capanna che mi ha invaso con questa quarantena e che mi porto dietro. non mi va di andare al mare, di stare in mezzo al caos, di girare con la mascherina sempre in faccia. e infatti quando esco 3 volte su 2 me la dimentico e devo tornare indietro a prenderla. e che due palle. 😑😷😶 

sono diventata CDB (consigliera di bellezza) di Yves Rocher 💚 e la cosa mi diverte un sacco, sì. mi piace vedere, provare, consigliare, preparare i sacchetti per "i clienti" e tenere in qualche modo il filo del contatto attivo. la cosa è nata praticamente per caso, da un errore mio così la cosa mi è stata proposta et voilà, eccomi qua. e poi, sono sincera, sono proprio prodotti buoni; li uso da almeno sei anni e li ho sempre apprezzati, e adesso li promuovo anche! contenta io! 😍

c'è chi va e chi arriva, nel gruppo di lavoro: arrivano vecchi colleghi nel gruppo di lavoro, che se anche è da casa, sempre gruppo di lavoro è, e con i quali dal vivo le risate ci sono sempre state - e speriamo che ci siano di nuovo a breve. 
invece c'è chi va, va proprio via 😭 e se anche il rapporto resta, è comunque un taglio, un cambiamento, una novità che si "insinua". ma in bocca al lupo a te, A. che hai avuto l'occasione di cambiare e l'hai fatto con coraggio, mettendoti in discussione e facendo un salto nel buio. 🍀

libri letti. 
non ricordo più dove ero arrivata...ah sì, a Carofiglio (gran bel libro); nel frattempo sono salita da +10 a +14 libri letti, ovvero:

La somma dei giorni di Isabel Allende
- Tornata dall'inferno di Claire Ly (si parla di kmer rossi, mamma mia....)
- La treccia di Laetitia Colombani 
- La canzone di Susannah di Stephen King (capitolo de La Torre Nera)

avrei voluto iniziare l'ultimo della Allende, due giorni fa, ma quella sera il download sull'ebook non era ancora stato completato (non so perché) e così ho iniziato Cometa sull'Annapurna di Simone Moro. interessante.

le vacanze si terranno in montagna 🌄 tra Cavalese (Val di Fiemme, TN) e Campitello (Val di Fassa, TN), non vedo l'ora: ho già la nausea di questo caldo e attendo con ansia di dover portare le scarpe chiuse, il pile e i pantaloni lunghi perché fuori ci sono 15 gradi! 😆

Love,
MC















18 maggio 2020

LIBRI E SOGNI

mi sono resa conto che non parlo più dei libri che leggo.
cioè, non è che stamattina mi sono svegliata e ho realizzato questa cosa, no, perché sono mesi che non scrivo di libri, ma in questo tempo mi sono detta che no, non ha senso non parlarne. non potrò magari fare recensioni lunghe, per ogni singolo libro che leggo, non adesso, almeno, ma voglio provare a mantenere la lista aggiornata aggiungendo, in alcuni casi, un sintetico giudizio.

l'ultimo libro di cui ho parlato è questo, undicesimo libro letto nel 2019, il cui post risale al 6 maggio 2019. un anno fa.
il mondo è cambiato e si è capovolto più volte per me, in questo anno, comunque sia oggi non sono qui per parlare di questo ma di libri, quindi inizio, ripartendo dal successivo letto dopo Eleanor Oliphant sta benissimo.

12. Il suggeritore - Donato Carrisi: primo libro della quadrilogia di Mila Vasquez, molto avvincente, ipnotico
13. L'ipotesi del male - Donato Carrisi: secondo capitolo, vedi sopra
14. L'uomo del labirinto - Donato Carrisi: terzo capitolo, vedi sopra
15. Il gioco del suggeritore - Donato Carrisi: quarto ed ultimo capitolo, vedi sopa
16. Il tribunale delle anime - Donato Carrisi: primo capitolo della trilogia di Marcus e Sandra, inquietante, una spirale di avvenimenti, coinvolgente
17. Il cacciatore del buio - Donato Carrisi: secondo capitolo, vedi sopra
18. Il maestro delle ombre - Donato Carrisi: terzo capitolo, vedi sopra
19. Tzugumi - Banana Yoshimoto: carino, riposante
20. Una piccola libreria di Parigi - Nina George
21. Tre figlie di Eva - Elif Shafak: femminile
22. La piccola libreria sulla Senna - R. Raisin
23. Pet sematary - Stephen King: ansiogeno, ipnotico
24. Cose preziose - Stephen King
25. On writing - Stephen King: a scuola di scrittura da King. bellissimo. fa venir voglia di scrivere
26. Il nostro momento imperfetto - Federica Bosco
27. L'ultimo cavaliere - Stephen King: primo capitolo della luuunga saga La Torre Nera
28. La chiamata dei tre - Stephen King: capitolo due
29. Terre desolate - Stephen King: capitolo tre

e i libri letti fino ad ora nel 2020:

1. La sfera del buio - Stephen King: capitolo quattro
2. Le sigarette del manager - Bruno Morchio: il mio detective genovese preferito. bello e rilassante come sempre
3. Il comportamento intimo - Desmond Morris: saggio comportamentale umano e non solo
4. I lupi del calla - Stephen King: capitolo cinque de La Torre Nera
5. I migliori anni - Cinzia Giorgio: da ombrellone, trascurabile
6. Il giorno che aspettiamo - Jill Santopolo: sdolcinato minestrone americano, trascurabile ancor più del precedente
7. L'uomo che inseguiva la sua ombre/Millennium 5 - David Lagercrantz: avvincente (anche se preferivo la penna di Stieg Larsson)
8. La ragazza che doveva morire/Millennium 6 - David Lagercrantz: vedi sopra
9. Il gioco di Gerald - Stephen King: aiuto. l'ansia fatta a libro, ho dovuto leggere altro in contemporanea (Millennium 6) per diluire il patema che questo libro mi provocava. impegnativo, anche per lo stomaco, a momenti.
10. Le perfezioni provvisorie - Gianrico Carofiglio: bravo Gianrico, mi piaci sempre, fino ad ora mi sei sempre piaciuto, continuerò a darti fiducia.

adesso, dopo quest'ultimo decimo libro del 2020, prendo fiato per iniziare il sesto capitolo de La Torre Nera che è di circa 600 pagine e per farlo mi sono avvolta di nuovo, per la decima volta, credo, nella mia copertina di Linus, ovvero La somma dei giorni di Isabel Allende. ha la copertina consumata negli angoli, ai lati. è vissuto, lo so a memoria ma mi serve quando ho bisogno di coccole letterarie, lo stile di Isabel per me è magico nel suo genere e mi consola sempre. dopo certi libri e prima di altri, lo sentivo necessario.

spero di tornare a poter scrivere più spesso, con più fantasia, con più originalità.
stanotte ho sognato come non sognavo da tanto, cose confuse, un gran mischione di persone e personaggi che niente hanno a che fare tra loro e ho attribuito la responsabilità al fatto che ieri, dopo quasi tre mesi, ho rivisto mio fratello e la sua famiglia, i miei due nipoti, mia cognata e Kira, il pastore tedesco che tanto mi piace. penso che l'aver preso aria, aver visto, detto, fatto e mangiato, mi abbia risvegliato le sinapsi dal letargo di questa quarantena, che forse ha un po' azzerato l'attività mentale di noi tutti. io, almeno, ho trascorso gli ultimi mesi senza sogni notturni, o irrilevanti al punto di non ricordarmeli al risveglio.
che questa fase 2 sia utile anche per le nostre menti.

Love,
MC









20 aprile 2020

QUALCHE GIORNO FA...

qualche giorno fa parlavo via chat con un amico e dei due, il depresso era lui. io cercavo di fare del mio meglio per gettare acqua sul suo fuoco già ben avviato verso l'incendio, ma avvertivo la chiara sensazione, più si andava avanti a parlare, che non ci sarebbe stato niente da fare: depresso era, depresso sarebbe rimasto, al punto che mi ha fatto passare la voglia di cercare di vedere la luce in fondo al tunnel, una via d'uscita, uno spiraglio di speranza per questo mondo - nel senso di pianeta Terra e casa propria, ognuno tra le sue quattro mura - inchiodato in casa da un bastardo nemico invisibile che un giorno qualcuno ha chiamato Covid19 - secondo me con lo stesso criterio che si usa per dare i nomi agli uragani in America del Nord, in ordine alfabetico ma con nomi casuali. chissà fino a quando saremo in questo stato. qualcuno parla di primavera 2021. mon Dieu.

oggi sono io quella che non ce la fa più, o meglio quella che, dopo giorni e giorni di non ce la faccio più pensa che se continuerà così ancora per tanto tempo (ma quanto è tanto tempo? un mese? tre mesi? un anno? troppo soggettivo a dirsi) vorrebbe avere una casa vuota dove stare da sola con un letto, un frigo moderatamente pieno, un ebook pieno di libri da leggere e un computer. 
io, queste quattro cose e basta. niente marito, niente figlio, niente di niente. nemmeno il cellulare, andatevene via tutti, lasciatemi in pace, voglio solo silenzio attorno e se mi serve rumore lo cerco io, attivo la connessione io. un cordiale fanculo, come canta il mio amatissimo Francesco Gabbani. 
non so quanto questo stato d'animo sia comune, se sia più delle donne e delle mamme o di tutti, senza distinzioni di sesso ed età, so per certo che più passa il tempo, più ho bisogno di tempo. 
non posso quasi nemmeno contare sull'ora d'aria settimanale quando vado a fare la spesa, perché con gli ingressi contingentati e la lista delle cose da comprare in mano, il tempo tra gli scaffali del supermercato è breve, si fa presto.
mi sono accorta che dire come mi sento, suscita nell'altro un sorriso ironico, a volte stupito, come se stessi confessando chissà quale peccato eppure penso che chi mi guarda e ride, sotto sotto pensi lo stesso ma non voglia ammetterlo, come per voler mettere in mostra al mondo una specie di sanità mentale ancora relativamente intatta, senza scalfiture o graffi, che in realtà però non c'è. 
peccato, perché questo invece mi sembra il momento più giusto per togliersi la maschera e farsi vedere per quello che effettivamente si è tanto poi, mi sa, tutto verrà fuori, tutto verrà a galla. 
prima o poi succederà e allora, forse, io, magari, sarò un po' più preparata di altri.

nonostante tutto,
Love,
MC

09 aprile 2020

GIORNO-NON-QUALE-DI-QUARANTENA...


dovrei andare a vedere sull'agenda del lavoro per capirci qualcosa, perché ho da tempo perso il senso del tempo, in questo casino cosmico in cui sono finita, in cui siamo finiti tutti. sono stanca, stufa, esausta di tutto. ho capito che lavorare da casa non fa per me per tempi così lunghi (e si che sono appena tre settimane), la sanità mentale è tenuta in piedi anche solo dal tempo che impiego per andare e tornare dal lavoro. quello che fino a poco tempo fa mi sembrava tempo perso in viaggio, che riempivo leggendo, adesso mi sembra oro, ne ho capito l'importanza. uscire dall'ufficio, respirare, guidare o andare a prendere metropolitana e treno, mi riporta in equilibrio con il mondo, ristabilizza il mio assetto interiore, mi fa tornare a casa non dico riposata ma col cervello ossigenato. è una parte fondamentale della mia giornata, e me ne sono resa conto adesso che questa parte non ce l'ho. così come mi sono resa conto che non posso lasciare che la mia persona, la mia identità, si annullino completamente per gli altri; non è giusto, non va bene, non sto bene se succede e devo imparare a far sì che non succeda, e se succede devo riparare velocemente, perché anche qui c'è in ballo la mia sanità mentale.
tante cose mi sta insegnando questa quarantena, e quella dello spazio vitale mi appare come la più importante, come la più necessaria, inderogabile. non può essere sostituita, mercanteggiata, nemmeno con il bene degli altri. se non sto bene io, non stanno bene nemmeno gli altri, quelli che mi stanno vicini soprattutto.
chissà cosa succederà quando tutto questo sarà finito. quasi non riesco a immaginarlo, come se la fantasia non riuscisse a vedere oltre la realtà che sta vivendo adesso, quasi che questa quarantena avesse resettato la fantasia, l'immaginazione. 
non è proprio un pensiero positivo, mentre lo scrivo mi rendo conto che appare parecchio pessimista, negativo e triste, eppure questo mi sembra di sentire dentro, nella testa e nell'animo.
speriamo bene.

Love,
MC


31 marzo 2020

COSA È PER ME LA LIGURIA

Un paio di giorni fa Irene, la figlia poco più che ventenne di mia cugina, ha fatto un sondaggio tra i suoi contatti di Instagram, chiedendo "cosa è per te la Liguria?".
Ho risposto, al volo "é la terra del cuore, dove vado emozionandomi, da dove torno emozionata". 
Il giorno dopo Irene mi ha scritto una mail, chiedendomi se avevo voglia di scriverle qualcosa di più in merito. 
Questo è quanto mi è venuto in mente, scritto più o meno di getto... 

La Liguria per me è la terra del cuore, la terra dove sono nata,
la terra delle mie radici.
Genova è la città dove sono vissuta, Savona quella dove sono nata e la Riviera di Ponente
quella dove ho passato i primissini anni dell'infanzia.

E' una terra unica, per me la più bella;
l'unica da dove in inverno, dalla spiaggia, si vedono le Alpi Marittime innevate, là in fondo;
è la terra degli opposti, del caldo soffocante e umido in estate,
del freddo polare in inverno, quando il vento di tramontana soffia da nord e spazza
mare, cose e persone, facendole rabbrividire.
La terra delle montagne che si tuffano in mare, e del mare che diventa profondo dopo pochi metri dalla riva,
con le pietre sbattute nelle caviglie quando il mare è agitato;
forse è per questo che a noi liguri i litorali bassi non piacciono più di tanto, ci lasciano un po' indifferenti:
Non c'è gusto a camminare per metri e metri per trovare l'acqua alta mentre fai il bagno.
E' la terra dove dai monti vedi il mare lì vicino, quasi da toccarlo con le mani, e dal mare, se ti giri,
vedi le alture che sembrano chiudere la vista, ma che sono affascinanti, in qualche modo,
con il verde della macchia e i colori delle case arroccate.

La Liguria è la a terra che ho lasciato ormai ventitrè anni fa ma che non ha mai lasciato me.
Dal 1997 vivo nel Lazio e in tutta la mia vita, ormai, sono più gli anni che ho vissuto fuori dalla Liguria
che in Liguria, eppure io mi sento ligure fino al midollo, sono ligure, orogogliosamente ligure
fino in fondo, e continuo e continuerò a dire "sono genovese" a chi mi chiede da dove vengo,
se mi sente parlare e capisce che non sono nativa di Roma - cosa che provoca un moto di orgoglio
per la presenza di un qualcosa, in me, che mi distingue ancora dai miei concittadini attuali.

E' la tera dove torno sempre e quando inizio a vederla, quando mi viene incontro, gli occhi
diventano avidi e guardo tutto, cerco gli spazi di panorama tra una galleria e l'altra dell'autostrada,
osservo il profilo dei monti e il mare: ne guardo il colore, l'aspetto, il moto ondoso, se brilla per il
sole o se è cupo, se ci sono navi e barchette di pescatori...
La conosco, so com'è, ho davanti agli occhi tutto, ogni curva della strada
e ogni scorcio di panorama, eppure guardo sempre, a pieni occhi, come se non l'avessi mai vista.
Quello che viene prima passa quasi inosservato, solo appena "visto", mai veramente assaporato e contemplato, ma
la Liguria entra sempre fino in fondo ai miei occhi, quasi a volerne fare "il pieno".

E' la terra dove torno emozionandomi e da ciui riparto emozionata, sempre, e sempre provo la setssa sensazione:
di bisogno di tornare appena possibile, di desiderio di non lasciarla quando invece devo andare via.
Dico spesso che se un giorno dovessi lasciare il Lazio, non potrei che tornare su, a Genova,
tra la mia gente, nella ia terra del cuore.

22 marzo 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 25

l'esperimento è finito...a causa del coronavirus. ebbene sì, ha colpito anche a livello digitale!

avevo riaperto Instagram qualche giorno fa, lo avevo detto. poco dopo ho effettuato l'accesso a Facebook e la cosa continua, quindi esperimento finito. 
si, ma non è stato un fallimento, perché l'assenza dal social ha portato i suoi frutti, per davvero. mentre prima il click sull'icona era diventato abituale e per tante, ma tante volte al giorno, adesso la cosa avviene due, tre volte al giorno e spesso con svogliatezza, nel senso che mi rendo conto di prestare attenzione solo alle cose "importanti", che in questo momento per me sono i ricordi che Facebook stesso mi propone (e che spesso mi fanno tornare alla mente momenti cominci del passato, perché in fin dei conti negli anni ho sempre dato più rilevanza a quelli che a quelli negativi) o le cose leggere ma non idiote che pubblicano i miei amici, che spesso mi raccontano qualcosa del mio amico dal vivo, per come lo conosco io nella vita reale. e questa cosa non è negativa, secondo me. anzi mi piace, è carina, dai...

quindi chiudo qui i post del 40giornisenzasocial che sono poi stati una ventina, ma che hanno portato frutti. bilancio positivo, quindi, per me.

nel frattempo mentre scrivo, litigo con outlook e la posta elettronica che fino a ieri era configurata ma che ho sbragato. sto cercando di ripristinare con istruzioni prese on line. solitamente ho sempre vinto io, in passato, vediamo che succede questa volta, anche se la vedo dura.

da domani, infine, inizia la mia vita lavorativa da casa, in smart working. vediamo che succede con Manuel in casa, se riuscirò a tenerlo a distanza, se riuscirà a controllarsi. è stato avvisato, di quello che succederà...speriamo bene.

Love,
MC

17 marzo 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 20

ho effettuato l'accesso a Facebook, poco fa, per condividere questo video, realizzato dalla Banda dell'esercito italiano, in occasione del 159° anniversario dell'Unità d'Italia.
una deroga giustificata dallo stato attuale delle cose.




inoltre domani torno al lavoro.
non ho molto altro da aggiungere, se non che sto diventando claustrofobica, mi sento in gabbia pur avendo un giardino di 1500 mq e potendo uscire quando mi pare a prendere aria, pur non vivendo in mezzo alla città, pur stando bene.
forse il tornare al lavoro è dettato anche da questo, non solo dal fatto che non è giusto che di un problema non mio, sia io a dovermene far carico, usando ferie, permessi e congedi parentali pagati al 30%...
mi sa che ho detto anche troppo.

Love,
MC

15 marzo 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 18

Ho riaperto Instagram.
Facebook continua la sua quarantena, sto scoprendo che non mi serve e non so nemmeno se lo terrò ancora, ma Instagram é tornato. 
Adesso, precisamente adesso, sono tentata di cancellarmi da Facebook ma non essendo una sera in cui sono completamente me stessa (nervosismo, stanchezza, fastidi vari...) non è il momento giusto per prendere decisioni, pur essendo poco importanti come questa. Mi avvalgo della facoltà di pensarci ancora, ma di certo voglio arrivare alla fine dei 40 giorni. 
Instagram invece é stato importante riaprirlo stasera (proprio pochi minuti fa) e iniziare a sentirmi vicina a chi adesso è ancora più lontano.

LIVE, 
MC

12 marzo 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 15

il mondo è cambiato.
così si apre il primo capitolo della trilogia cinematografica de Il Signore Degli Anelli e non posso che dirlo anche io, perché dall'ultimo aggiornamento ad oggi, il mondo, il mio mondo, il nostro mondo, quello che conosciamo di più, è veramente cambiato. qualcuno lo riconosce? 

sono a casa dal lavoro da mercoledì, in attesa del decreto del Governo che mi dica quanti giorni mi concede per continuare a prendermi cura di me e degli altri e a che prezzo; in questi giorni casalinghi, a volte ripenso ai miei nonni e alla guerra che hanno vissuto, con tre figli piccoli e le corse nei rifugi quando suonava la sirena di un bombardamento imminente. qui non suonano le sirene, non cadono le bombe ma lo stesso si respira tensione, paura, nervosismo, che lo si voglia ammettere o no. siamo spaventati, c'è poco da girarci intorno. 
più che dal virus in sé, però, penso siamo spaventati dalle regole da seguire, dalle strade vuote, dagli ingressi scaglionati al supermercato, dai negozi chiusi che manco ad agosto...siamo spaventati perché non è mai successo, non abbiamo mai vissuto una cosa del genere, nemmeno Chernobyl ribaltò tanto la vita di noi italiani: abbiamo lavato l'insalata con l'amuchina (sempre presente) per un bel po', non abbiamo comprato certi prodotti per un altro po' ma poi, alla fine, siamo sopravvissuti.

e in questa che sembra in tutto e per tutto un' anomalia temporale (come se con la macchina del tempo di Doc, fossimo capitati in un marzo 2020 alternativo), quando i social sono la cosa che più che mai unisce, io continuo ad averli spenti. 
Facebook non mi manca nemmeno lontanamente, quasi non mi viene più in mente, mentre Instagram sì, mi manca. soprattutto mi manca il sapere come stanno alcuni contatti che seguo e che vivono in Alto Adige (due maestri di sci dell'Alta Badia, un albergatore delle stesse zone...) o in che stato sono le piste delle Alpi (vuote ma con ancora metri di neve, magari...che peccato!) così come mi piacerebbe sapere in tempo reale cosa dicono dall'altra parte dell'Oceano vari profili che seguo, com'è la percezione e la vita negli Stati Uniti...

davanti a questa mancanza, mi sono detta che vista la situazione avrei anche potuto revocare i #40giornisenzasocial e fare di nuovo login a Instagram, ma poi ho pensato che no, continuo, rifiuto l'offerta e vado avanti. manca meno di un mese alla fine, è tanto ma ci provo. voglio vedere davvero l'effetto che fa. 
vorrei poter scrivere più spesso, questo sì, ma nonostante non stia andando a lavorare, il tempo vola e i momenti di pausa durante la giornata non sono così tanti come si potrebbe pensare.

un pensiero di questi giorni è che non so se ci ricorderemo più, quando torneremo alla normalità (perché ci torneremo, anche se adesso ci sembra di no e abbiamo la sensazione che questo porterà semplicemente alla fine del mondo) com'è il traffico per strada il lunedì mattina, la coda al supermercato -quella più lenta perché scegliamo sempre la cassa sbagliata- il salutare con un abbraccio e un bacio una persona a cui vogliamo bene...

forse ci baceremo tutti sempre, almeno per un po', perché avremo capito quanto ci sono mancati e quanta è la bellezza di un abbraccio e di una carezza; ci metteremo a parlare con chiunque in fila alla cassa, semplicemente per la voglia di parlare con chi abbiamo vicino e non ad almeno un metro di distanza; nel traffico, saremo più pazienti, lasceremo attraversare i pedoni che camminano sulle strisce pedonali e rispetteremo i limiti di velocità, perché sarà così bello guidare per andare a trovare i nostri aprenti, dall'altra parte del grande raccordo anulare....
ci piacerà di più tutto quello che potremo fare, che adesso dobbiamo tener lontano da noi per il bene nostro e degli altri e che comunque un social non potrà mai sostituire.
chissà come ci sentiremo, quando tutto sarà finito...

Love,
MC

04 marzo 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 7

Inghiottita dal vortice della vita quotidiana, non ho scritto per qualche giorno.
Ho trascorso l'ultimo fine settimana a pensare, ripensare e ripensare a una proposta che mi era stata fatta venerdì pomeriggio in ufficio (cambio di commessa e di sede lavorativa) arrivando ad una risposta positiva, per poi oggi sentirmi dire, dopo due giorni di "ok in settimana inizi", che non se ne fa più nulla, il tutto viene spostato nel surgelatore fino a data da destinarsi 🙄
Voglio proprio vedere... 

La notizia del momento é però quella della chiusura delle scuole da domani fino al 15 marzo - per ora, poi si vedrà, aggiungo io - e siamo tutti un po' coinvolti perché i genitori invece devo andare a lavorare lo stesso e... Houston, abbiamo un problema: chi ci tiene i pargoli?
Noi che andiamo a lavorare in open space e siamo 90 per sala, non rischiamo? Mah.

Comunque, virus a parte, che un po' mi ha stancato - poco fa per cambiare argomento ho letto un articolo sulle primarie americane, per dire - la mia vita senza social prosegue e anche se ogni tanto Instagram mi avvisa che ci sono delle nuove notifiche, lo ignoro e vado avanti.
È più facile di quanto pensassi, giuro! Perché non provare anche voi?

LOVE, 
MC

29 febbraio 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 4

Quarto giorno.
Pur volendo, non avrei tempo per mettere le mani su Instagram e Facebook, perché il tempo oggi mi sta volando via dalle mani, e anche ieri, tra il primo e il secondo lavoro (lavoro retribuito e non retribuito a casa) non ho avuto molto tempo per il cellulare in generale.
Non sarà che senza social, si ha più tempo per fare altro, tra cui, magari, anche riposarsi, quando ci si riesce?
Sicuramente, me ne sto già accorgendo, si ha più tempo per chi ci sta accanto...il che non è poco. Non è poco per niente. Anzi. 
A me questo esperimento sta piacendo un sacco, e non lo trovo difficile, anzi. 
Che i problemi debbano ancora arrivare? Ci sarà un momento in cui la tentazione sarà così forte da farmi cedere o da dover trovare un'alternativa per non cedere?
Vedremo. 

Love, 
MC

27 febbraio 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 2

Non so se sarà tutto più difficile col passare dei giorni, ma oggi il pensiero a Facebook e Instagram non mi è praticamente mai venuto in mente. Si, ho visto e vedo le icone delle App sullo schermo del telefono, ma non c'è stato, fino ad ora, nessun dito che si è mosso in direzione dell'icona per farci clic sopra...

Sarà la giornata piena di cose pur essendo stata in ferie, sarà che ho avuto il telefono meno tra le mani del solito, non so, ma sta andando bene. 
Le notizie sono andata a cercarle su una testata giornalistica - luogo normalmente deputato alla diffusione delle informazioni, per altro - e per il resto sono sono stata una normale utente di WhatsApp.

WhatsApp... 
Nel libro Veronica chiude tutto, cambia proprio telefono usando un vecchio Nokia 3310 del padre, io ho capito che non avrei potuto arrivare a tanto, non per non volermi staccare ma per non poterlo fare. É un canale di messaggistica istantanea che uso con tutti, famiglia, amici, classe di Manuel, lavoro...e in tempi come questi, dove si sa tramite il comunicato del Comune o delle RSU aziendali se la scuola o l'ufficio chiude per quarantena, ho pensato che non avrei potuto eclissarmi completamente. Non in questo momento storico, almeno...

Sarebbe da provare, però. Sono sincera, l'esperimento mi incuriosisce. Sarebbe un mettersi veramente alla prova, testare la forza di volontà, la tenacia, e guardarmi dentro, ma anche fuori, più approfonditamente. Non escludo di farlo. No, non lo escludo, perché ho imparato che nella vita non si può mettere la mano sul fuoco per niente e nessuno, quindi anche questo drastico atteggiamento potrei farlo mio un giorno. 

Love, 
MC

26 febbraio 2020

40 GIORNI SENZA SOCIAL - giorno 1

Ieir in una mattina ho letto Liberamente Veronica di Fernando Muraca. Un'adolescente raccoglie la sfida dell'insegnante di italiano di stare un mese senza social (e quindi senza telefono cellulare) per vedere che succede, raccontando le sue emozioni sulle pagine di un diario e parlandone, alla fine dei 30 giorni, alla classe.
É una storia che mi ha fatto pensare molto, a come sono io rispetto ai social (soprattutto Facebook e Instagram) e a quello che potrei fare per rendere la mia giornata più piacevole e meno schiava dei suddetti. Schiava, si, perché alla fin fine quello è, non serve girarci tanto intorno.
E allora ho deciso di sentirmi Liberamente Maria Chiara, vedere cosa succede a stare senza. 
Quarabta giorni, iniziati oggi. La mia quaresima digitale. 
E scriverò qui (sperando di essere costante) quello che vedo, quello che vivo, come lo vedo e come lo vivo senza il filtro digitale. 

L'ultimo accesso a entrambi i social é di questa mattina alle 7 circa; ho fatto log out da entrambe le applicazioni proprio per evitare il clic veloce che mi connette automaticamente, per avere un deterrente che mi faccia passare subito la voglia di vedere cosa succede. E mi sembra di poter dire che questa prima giornata sia passata abbastanza indenne, anche se un paio di volte ho sbloccato il telefono e ho visto che il mio dito andava automaticamente verso l'icona della App di Facebook...
Lì ho spento lo schermo o sono andata altrove e questo mi fa pensare che si tratti anche di gestualità dell'aprire un'applicazione, unnautomatismo. 

Vediamo come evolverà, cosa capirò, come mi sentirò. Non ho paura, non temo di sentirmi persa o spaesata, sola o cosa. Sono anzi curiosa. Veronica mi ha stuzzicato la curiosità. 

Love, 
MC

04 gennaio 2020

PRIMO POST DEL 2020 (TERAPEUTICO)

ritorno qui, a provare a scrivere qualcosa che possa avere senso e sia forse in qualche modo terapeutico (nel frattempo mi stupisco, come sempre, del fatto che non ci sia l'autocorrezione per un foglio di scrittura sul computer, come c'è per i messaggi sulle chat degli smartphone. ogni volta che scrivo una lettera invece di un'altra, mi infastidisce vedere l'errore e dover cancellare "manualmente" con canc o il tasto "indietro", e penso ma perché non è automatico? poi certo, passa quel secondo e mi ricordo di non essere sul cellulare ma sulla tastiera di un vecchio computer, che se questa sensazione mi dà la'dea di vecchio, che ne è della carta e della penna? lasciam perdere...).

dicevo, chissà se questo scrivere potrà essere in qualche modo terapeutico. fino a un po' di tempo fa, un passato non molto lontano, per me la scrittura lo era, terapeutica. e non voglio darmi queste arie da scrittrice che fa la figa, dicendo così. semplicemente a me scrivere una volta rilassava, come a certa gente rilassa fare la maglia o cucinare o cosa. (a me rilassa anche guidare, in certe situazioni...)
mi rilassava perché mi fermavo. ero io, la mia testa che si spegneva un attimo da tutto il resto e sciorinava sui tasti le parole che aveva dentro. 
oggi non ho più molto la possibilità di staccarmi dalla realtà, giusto quando dormo, per fortuna, ma se sono sveglia (nel senso di in piedi, fuori dal letto) è frequente che il mio cervello sia acceso su più cose diverse allo stesso tempo. 
tipo cosa? 
tipo l'asciugatrice ha quasi finito, poi devo sistemare i panni; 
tra poco devo uscire per andare a far la spesa; 
domani che turno faccio? 
devo preparare la cena;
ah, devo annaffiare le piante fuori sennò crepano;

niente di che, per carità, ma sono ormai molto rari i giorni (i momenti, dai, non allarghiamoci troppo) in cui posso pensare a niente. manco in ferie. ma del resto, come dicevo qualche giorno fa con A. uno si alza dal letto la mattina per fare cose, mica per stare a guardare il soffitto, no?
certo, per quanto anche il soffitto ha il suo bel quantitativo di fascino, ci si può stare una giornata intera a guardarlo e a contare i puntini bianchi che ne fanno la tinta. penso io, eh?

comunque, ciance belinose (neologismo appena sfornato) a parte, ultimamente mi sono resa conto che #maipiusenzarossetto è entrato a far parte anche del mio pensiero quotidiano. 
interessante, che a quarant'anni la quipresente abbia scoperto l'esistenza di stick labbra colorati, di un colore diverso dal color carne, veramente interessante! eh sì, perché io oggi, a meno di andare al mare o in gita su per i monti o giù per le piste da sci, mica ci esco da casa senza rossetto, eh? quando va male, un color carne, quando va proprio che mi lancio dall'aereo senza paracadute, rosso fuoco. e son soddisfazioni (per le case cosmetiche) per una che fino a un anno fa guardava e non toccava, mentre oggi, benedetta me, mi devo tagliare le mani e coprire gli occhi quando entro da Sephora, Kiko o vado su internet...mi comprerei tutto!!!

lo dicevo io, che sarebbe stato terapeutico, no? si, lo dicevo, perché in qualche modo queste tre idiozie messe in croce, mi hanno fatto staccare il cervello e, se anche c'è il ronzio dell'asciugatrice che sta per finire a pochi metri da qui, mi sono rilassata.
non rileggo e posto tutto. 

Love,
MC

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