29 maggio 2018

+11 *** IT *** STEPHEN KING (o della fine dell'undicesimo libro nel 2018)

non avrei mai pensato di leggere i libri di Stephen King. 
non avrei mai pensato di leggere IT in vita mia.
ma siccome la gente cambia, parla, conosce, prova, può capitare che quello che ha conosciuto e provato sia stato di suo gradimento...di suo altissimo gradimento e quando succede, si deve andare avanti per forza. mi è successo e sono dovuta andare avanti per forza. e sono felicissima di averlo fatto. (e quindi devo dire grazie ad A. ancora una volta, per questo e per tutto il resto. tu sai).

IT è per me uno dei più bei romanzi letti in tutta la mia vita e non lo reputo un romanzo horror, nonostante quello che si creda: se dovessi descriverlo nello spazio di una riga, direi che è la storia di una grande amicizia. ebbene sì. di un'amicizia particolare che lega per venticinque anni sette persone: Big Bill, Eddie, Richie, Ben (Covone), Stan, Beverly e Mike che si conoscono da bambini, nell'estate del 1958 a Derry, nel Maine, quando hanno tutti undici-dodici anni.

sono un gruppo di Perdenti, vittime dei bulli della scuola per i più cattivi, stupidi motivi per cui dei coglioni possano maltrattare altri coetanei, ma oltre a questo si legano velocemente l'uno all'altro perché di fondo hanno qualcosa di diverso dagli altri, sono ai margini. uno è afroamericano, un altro balbuziente e ognuno di loro, chi più chi meno, vive situazioni familiari difficili: un padre violento; i genitori indifferenti, rimasti fermi al momento in cui il figlio minore viene trovato morto vicino a un tombino, in un giorno di pioggia; una madre eccessivamente apprensiva...
si trovano per caso e naturalmente si amalgamano, si fondono, si addomesticano a vicenda, direbbe Antoine de Saint-Exupéry.

il loro legame nasce per caso ma per un motivo speciale, preciso.
a Derry vengono trovati morti bambini e adolescenti, uccisi con violenza, sfigurati e i fatti, con un'attenta analisi, avvengono ciclicamente, in tempi cadenzati, precisi. 
è qualcosa di maligno che agisce a Derry, è IT e IT torna ogni venticinque anni, striscia sotto le case di Derry, dentro, intorno, agisce ma nessuno lo vede, lo percepisce. nessuno se non questi sette amici che, insieme, uniti e altro che uniti, lo affronteranno in due momenti diversi delle loro vite, da bambini e da adulti.
quando si ritroveranno nel 1985 la loro amicizia sarà rimasta la stessa di quando erano bambini, ma anche diversa, un'altra, contaminata dalla vita, dalle scelte fatte, dalle esperienza vissute e quelle perse, quelle sognate e quelle effettivamente realizzate.
IT è il male e fa paura, una paura d'inferno a ognuno di loro, incarnando ogni loro incubo personale, ma capiamo alla fine che è solo una scusa intorno a cui girare per dirci quanto diventare grandi, adulti, sia difficile e quanto anche sia difficile accettarci per come siamo adesso, adulti, diversi da come ci sognavamo quando eravamo bambini.
è la storia di una grande amicizia, fa commuovere per il romanticismo che ha dentro ma è anche capace di far tremare le vene ai polsi per l'ineluttabilità delle conseguenze che certe scelte portano con sé, quando ti accorgi che ormai è andata. forse, almeno. o molto probabilmente.

non vedrò mai il film per alcuni motivi: intanto non voglio sporcare le immagini che le descrizioni di King mi hanno disegnato nella mente, me le tengo lì, ferme, come si sono create mentre leggevo e poi perché il film parte da un libro, mica il contrario, quindi mi attengo solo alla fonte della storia e me la godo così.
ho constatato con molto piacere, infine, che tante sono le strizzate d'occhio che King lancia a Il signore degli Anelli di Tolkien, i richiami sono più che mai presenti in questo libro.

è un libro da leggere? SI. 
sì se volete godervi un romanzo, sì se volete conoscere l'arte dello scrivere, sì se volete provare un senso di vuoto dopo, pensando cosa cavolo posso leggere adesso, dopo un libro del genere?

io ci provo, a leggere nel senso letterale del termine, non so come andrà, non so cosa proverò, ma intanto per avere gli occhi puntati su fiumi di parole ho iniziato Quello che ti meriti di Anne Holt, di cui sinceramente non ricordo il motivo per cui si trova nel mio ebook. consigliato da qualcuno?  boh! arrivato da qualche amico in versione pirata? mah! comprato di mia iniziativa? Non saprei...
ma so già, con estrema certezza, che resterò delusissima.

Love,
MC

...e andatevi a leggere IT!

10 maggio 2018

DI ALCOOL E GIRAMENTI (DI TESTA)

stasera sono brilla. 😁😁
eh si, confesso, ammetto, lo sono.
ho bevuto vino bianco a cena e ho finito la bottiglia (ma era una bottiglietta, eh, un quartino di litro, mica tanto e mica l'ho bevuta tutta io, sia chiaro) ben consapevole che l'effetto sarebbe stato quello che ora mi ritrovo addosso. tutto premeditato, quindi. yes!

 si si, lo so, è così con me, non è una novità: l'alcool non lo reggo più di tanto e dopo una certa dose (dal secondo bicchiere nemmeno pieno, per l'esattezza) inizio ad andar fuori e mi sento la testa ciondolante quando invece è ferma; se mi giro velocemente, la testa mi gira, o almeno non resta ferma come dovrebbe succedere ma in realtà non si muove. insomma il mio collo è fermo eppure per me lei sta girando. 😂

è una bella sensazione, devo dire. questo significa che sono una vecchia spugna? me lo domando perché quando bevo, continuo a bere per arrivare a stare così perché mi piace la sensazione che l'alcool mi dà.
potrebbe essere che sia una vecchia spugna quindi? sì? e chi se ne frega!!! 😎

c'è da essere sincere fino in fondo, però, perché bevo quando il massimo tragitto che devo fare (a piedi e per giunta in ciabatte) è dalla cucina al divano della sala. niente panico, quindi, nessun problema, nessun rischio né per me né per nessun altro.

una volta mi è capitato di bere vino francese, in Francia, a Strasburgo. dopo quella meravigliosa cena a base di formaggi e vino bianco di cui ancora ricordo il gusto in bocca, ero andata in giro (a piedi) con i miei ospiti. un paio di volte mi sono inciampata lungo la strada, rimanendo però in piedi.
ricordo che ridevo, ero felice, mi sentivo leggera e libera.
ero pur sempre in ferie...

Love,
MC


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