04 gennaio 2020

PRIMO POST DEL 2020 (TERAPEUTICO)

ritorno qui, a provare a scrivere qualcosa che possa avere senso e sia forse in qualche modo terapeutico (nel frattempo mi stupisco, come sempre, del fatto che non ci sia l'autocorrezione per un foglio di scrittura sul computer, come c'è per i messaggi sulle chat degli smartphone. ogni volta che scrivo una lettera invece di un'altra, mi infastidisce vedere l'errore e dover cancellare "manualmente" con canc o il tasto "indietro", e penso ma perché non è automatico? poi certo, passa quel secondo e mi ricordo di non essere sul cellulare ma sulla tastiera di un vecchio computer, che se questa sensazione mi dà la'dea di vecchio, che ne è della carta e della penna? lasciam perdere...).

dicevo, chissà se questo scrivere potrà essere in qualche modo terapeutico. fino a un po' di tempo fa, un passato non molto lontano, per me la scrittura lo era, terapeutica. e non voglio darmi queste arie da scrittrice che fa la figa, dicendo così. semplicemente a me scrivere una volta rilassava, come a certa gente rilassa fare la maglia o cucinare o cosa. (a me rilassa anche guidare, in certe situazioni...)
mi rilassava perché mi fermavo. ero io, la mia testa che si spegneva un attimo da tutto il resto e sciorinava sui tasti le parole che aveva dentro. 
oggi non ho più molto la possibilità di staccarmi dalla realtà, giusto quando dormo, per fortuna, ma se sono sveglia (nel senso di in piedi, fuori dal letto) è frequente che il mio cervello sia acceso su più cose diverse allo stesso tempo. 
tipo cosa? 
tipo l'asciugatrice ha quasi finito, poi devo sistemare i panni; 
tra poco devo uscire per andare a far la spesa; 
domani che turno faccio? 
devo preparare la cena;
ah, devo annaffiare le piante fuori sennò crepano;

niente di che, per carità, ma sono ormai molto rari i giorni (i momenti, dai, non allarghiamoci troppo) in cui posso pensare a niente. manco in ferie. ma del resto, come dicevo qualche giorno fa con A. uno si alza dal letto la mattina per fare cose, mica per stare a guardare il soffitto, no?
certo, per quanto anche il soffitto ha il suo bel quantitativo di fascino, ci si può stare una giornata intera a guardarlo e a contare i puntini bianchi che ne fanno la tinta. penso io, eh?

comunque, ciance belinose (neologismo appena sfornato) a parte, ultimamente mi sono resa conto che #maipiusenzarossetto è entrato a far parte anche del mio pensiero quotidiano. 
interessante, che a quarant'anni la quipresente abbia scoperto l'esistenza di stick labbra colorati, di un colore diverso dal color carne, veramente interessante! eh sì, perché io oggi, a meno di andare al mare o in gita su per i monti o giù per le piste da sci, mica ci esco da casa senza rossetto, eh? quando va male, un color carne, quando va proprio che mi lancio dall'aereo senza paracadute, rosso fuoco. e son soddisfazioni (per le case cosmetiche) per una che fino a un anno fa guardava e non toccava, mentre oggi, benedetta me, mi devo tagliare le mani e coprire gli occhi quando entro da Sephora, Kiko o vado su internet...mi comprerei tutto!!!

lo dicevo io, che sarebbe stato terapeutico, no? si, lo dicevo, perché in qualche modo queste tre idiozie messe in croce, mi hanno fatto staccare il cervello e, se anche c'è il ronzio dell'asciugatrice che sta per finire a pochi metri da qui, mi sono rilassata.
non rileggo e posto tutto. 

Love,
MC

2 commenti:

UIFPW08 ha detto...

..ma dai il rossetto ti dona benissimo Marie Claire, e poi stai bene sempre.
Un abbraccio Buon anno
di cuore
Maurizio

Maria Chiara ha detto...

Grazie Maurizio! Buon anno anche a te!

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