oggi sono io quella che non ce la fa più, o meglio quella che, dopo giorni e giorni di non ce la faccio più pensa che se continuerà così ancora per tanto tempo (ma quanto è tanto tempo? un mese? tre mesi? un anno? troppo soggettivo a dirsi) vorrebbe avere una casa vuota dove stare da sola con un letto, un frigo moderatamente pieno, un ebook pieno di libri da leggere e un computer.
io, queste quattro cose e basta. niente marito, niente figlio, niente di niente. nemmeno il cellulare, andatevene via tutti, lasciatemi in pace, voglio solo silenzio attorno e se mi serve rumore lo cerco io, attivo la connessione io. un cordiale fanculo, come canta il mio amatissimo Francesco Gabbani.
non so quanto questo stato d'animo sia comune, se sia più delle donne e delle mamme o di tutti, senza distinzioni di sesso ed età, so per certo che più passa il tempo, più ho bisogno di tempo.
non posso quasi nemmeno contare sull'ora d'aria settimanale quando vado a fare la spesa, perché con gli ingressi contingentati e la lista delle cose da comprare in mano, il tempo tra gli scaffali del supermercato è breve, si fa presto.
mi sono accorta che dire come mi sento, suscita nell'altro un sorriso ironico, a volte stupito, come se stessi confessando chissà quale peccato eppure penso che chi mi guarda e ride, sotto sotto pensi lo stesso ma non voglia ammetterlo, come per voler mettere in mostra al mondo una specie di sanità mentale ancora relativamente intatta, senza scalfiture o graffi, che in realtà però non c'è.
peccato, perché questo invece mi sembra il momento più giusto per togliersi la maschera e farsi vedere per quello che effettivamente si è tanto poi, mi sa, tutto verrà fuori, tutto verrà a galla.
prima o poi succederà e allora, forse, io, magari, sarò un po' più preparata di altri.
nonostante tutto,
Love,
MC