una sera come le altre, cazzeggiando per facebook, ti imbatti in un post di una tua amica: il post è sull'arrivo di una nuova sessione di suoi esami universitari e lei è una di quelle amiche con cui per anni hai fatto tardi al pub a parlare di tutto e anche di più, una di quelle della serie ci capiamo prima di parlare, una di quelle che quando eravate al telefono (fisso) tua mamma spuntava dalla porta della cameretta e ti faceva segno di tagliare, con una dose di enfasi direttamente proporzionale al tempo trascorso da quando avevi digitato 06- (e quindi praticamente sempre tendente al 1000).
così, cazzeggiando dicevamo, lasci una traccia, un commento, un incoraggiamento tanto spontaneo quanto gratuito, limpido, sincero, una pacca sulla spalla verbale sotto il suo post universitario e te ne vai, dimenticandotene poco dopo.
un paio di giorni dopo, a fine di un'altra giornata passata in classe ad assorbire tutto l'assorbibile, spulci tra la posta su outlook e cosa trovi? una mail di lei, la tua amica della serie ci capiamo prima di parlare, che ti ringrazia.
"...sento che te ci sei, anche se non ci sentiamo. sento che posso contare su di te se sono in qualche guaio, ma non solo a livello pratico, perchè è piu' facile trovare chi ti da una mano a fare un trasloco anzichè qualcuno che ti stia vicino col pensiero..."
non è autoglorificazione, non mi innalzo sugli altari, non me la tiro. dico solo che ci sono poche cose che ti fanno pensare che è valsa la pena arrivare in fondo alla giornata: questa è una di quelle.