28 agosto 2006

Ogni tanto...



...mi tornano in mente queste immagine della riviera ligure (la mia terra), e le lascio fluttuare beatamente tra i miei neuroni...tanto, male non fanno!

25 agosto 2006

Rumori dalla Natura


Oggi sono in spiaggia e a un tratto mi sintonizzo con la natura attorno a me.
Il rumore del mare mi piace troppo. Fa parte di alcuni precisi rumori sfoderati da Madre Natura che non posso non apprezzare e gustare quando raggiungono le mie orecchie.
Il rumore del mare, che sia calmo, agitato o mosso, ha sempre un effetto rilassante su di me (nonostante le proprietà eccitanti che questo elemento abbia sugli ominidi), che durante le ore più calde della giornata diventa sottofondo, alla fine quasi (purtroppo) ignorato, mentre nelle ore più tarde (tipo attorno alle 17) quando il sole non picchia più sul cervello e la temperatura facilita il pennicare, diventa una ninna nanna dalle incredibili quanto efficaci proprietà calmanti e sonniferi.
Sono note le mie dormite in condizioni del genere.
Quando poi a questo mix già di per sé efficace, aggiungiamo anche un po’ di brezza, tipica delle spiagge laziali, la frittata è fatta!

Un altro rumore della natura che cattura la mia attenzione e riceve il mio apprezzamento, è quello della pioggia, ovunque essa batta e in qualsiasi fattezza.
Il bello più bello l’ho provato ascoltando le gocce cadere sulle foglie degli alberi di un bosco, da dove dopo, solitamente, scaturisce un ottimo profumo di terra bagnata che depura i polmoni. Anche la pioggia da ascoltare in casa, da sotto le coperte pesanti del letto, la domenica mattina, ha un suo fascino.
Tu sei lì, al riparo, al calduccio, con una giornata libera da orari davanti e fuori le strade si lavano e l’aria si depura.

Ancora, per parlare di acqua che scende dal cielo, è impressionante e molto emozionante il silenzio che si può creare là dove sta nevicando fitto fitto.
Mi è capitato alcuni anni fa, durante una settimana bianca ai confini con la Francia, nel periodo a cavallo di capodanno.
Nevicava forte e con mio cugino siamo usciti a chiacchierare, appositamente per goderci il paesaggio, illuminato solo dai lampioni delle case del paese e immerso nel bianco,
per le strade nessuno, solo noi, nell’aria nessun altro rumore se non le nostre voci e l’incredulità nel non sentire il minimo rumore al veder cadere i fiocchi e posarsi.
Ricordo quel momento come uno dei dialoghi più belli avuti con mio cugino e di contatto con la natura più emozionante, oserei dire toccanti, mai provati.

Un altro elemento naturale in movimento degno di nota, è l’acqua di ruscelli e/o fiumi in montagna. Osservare con ammirazione le vette (magari imbiancate di neve, come mi è capitato fino a pochi giorni fa) quando gli unici rumori circostanti sono acqua fredda che scorre, unita, perché no, ai fischi di una marmotta, è secondo me una contemplazione delle bellezze del Creato e può (in alcuni case deve) diventare uno spontaneo ringraziamento al Capo per l’operato svolto, per noi, solo per noi, nient’altro che per noi.
Dovrebbe quindi essere nell’interesse e nelle azioni dei destinatari di tale operato, preservare e non distruggere tale meraviglioso regalo!

18 agosto 2006

XIV GIORNO - Valigie


ore 17.00
eccoci nuovamente a fare le valigie, solo questa volta lo spirito è molto meno goliardico di due settimane fa, quando a quest’ora avevamo davanti la vacanza…piovosa, ma era ancora tutta da inventare e vivere.
If only I could turn back time, canta un gruppo inglese…in questo momento lo penso anche io, solo che tornare indietro col tempo non si può, così decido di accontentarmi di vedere ancora per mezza giornata questo meraviglioso panorama.
Oltre tutto (oltre il danno, la beffa, come dicono a Roma), oggi si è anche dipanata la giornata più calda e soleggiata da quando siamo qui; non abbiamo mai visto l’Alta Badia così inondata di sole per tutte queste ore come oggi.
Le giornate piovose prese, le poche gite fatte, a dispetto delle aspettative e dei programmi, il poco sole visto e preso (per cui necessiteremo tutti di qualche bagno di sole lungo i litorali laziali) e tutto il resto, hanno la loro importanza relativa, in confronto al rilassamento, all’aria pura, al pieno di natura fatto in queste settimane. Lo spirito, adesso, è come dicevo, relativamente debole, ma in fondo contento e ricaricato per il nuovo autunno che ci aspetta, che porterà chissà quante e quali novità.
In queste due settimane, più di una volta, scorrendo con lo sguardo le case traboccanti di fiori, rivestite di legno e circondate dai prati, ho provato a immaginare la mia vita qui, tra i valligiani altoatesini.
L’idea non mi è dispiaciuta affatto.
Mi piacerebbe vivere qui, avere una attività turistica, dove lavorare e state e inverno. Assicurerei una salute potente ai miei (speriamo) futuri figli e un tenore di vita certamente alto. Mi piacerebbe, solo non credo tale sogno si realizzerà mai, dal momento che non ci sono né i presupposti né i progetti per un trasferimento qui.
Mi limiterò a goderne nelle vacanze estive e perché no, invernali, per testare di persona le piste da sci dolomitiche e vedere live le vette innevate (nella stagione giusta perché lo siano!).

15 agosto 2006

XI GIORNO - Ferrata Santner

ore 07.10
Il sole fa brillare le montagne davanti alla finestra della mia stanza.

La giornata è radiosa. Partiamo.
Dalla Val Badia ci spostiamo in Val di Fassa e da qui al passo Nigra.
La salita in seggiovia è abbastanza lenta e nell’ultimo tratto fredda.
Come se non bastasse, quando scendiamo, tutti e cinque ci accorgiamo di avere i pantaloni bagnati: i sedili della seggiovia non sono stati rialzati la sera precedente dagli addetti ai lavori, per cui hanno assorbito per bene la pioggia e l’umidità cadute nella notte.

A 2°C, a 2000 mt, all’ombra, non è un’esperienza molto idilliaca avere i pantaloni (e non solo loro) bagnati...!

In breve attacchiamo il sentiero (i pantaloni iniziano ad asciugarsi e noi a scaldarci), che dopo alcuni sali-scendi nella neve, diventa ripido. Ci imbraghiamo in un punto in cui c'è il sole: non vogliamo fermarci più avanti, magari ombra, e farci gelare il calore del corpo addosso.
Presto usiamo mani e piedi. L’aria è fredda.
La formazione vede mio padre in testa, mio fratello Andrea, sua moglie Letizia, io e Marco a chiudere.


Ne passa prima di arrivare al cavo fisso; dopo un po’ ci rendiamo conto che parte del cavo, (dall’ultima volta che avevamo fatto questa gita - estate 1991), è stato rimosso…evidentemente, secondo gli indigeni manutentori, era meglio l’eliminazione piuttosto che la manutenzione. Quindici anni fa il cavo era più “fitto”…e non dava assolutamente fastidio averlo vicino! Anche questa volta ci avrebbe fatto comodo, visto e considerato che con la neve e il ghiaccio che abbiamo attorno, tanti degli appigli normalmente utilizzabili, sono invisibili e inaccessibili.
Presto le mani, riparate solo in parte dai guanti da ferrata, hanno dita livide e insensibili, per il continuo sfiorare e aggrapparci alla roccia fredda, a tratti gelata.

Nonostante tutto ci divertiamo, si snodano battute spiritose tra la truppa.
La neve rallenta il ritmo, così ci troviamo in vetta un’ora dopo rispetto all’orario ipotizzato, dopo aver affrontato anche qualche passaggio tra la nebbia.
Velocemente imbocchiamo la discesa che dal passo Santner porta al rifugio Re Alberto, non prima di aver ammirato lo spettacolo delle Torri del Vajolet che si apre davanti a noi.
Ancora una volta, neve sotto i nostri piedi. Sembra una gita invernale, invece siamo a ferragosto.


In questo tratto di monti la gente è più presente, compresi pellegrini che, un po’ troppo imprudentemente per l’ambiente e le condizioni atmosferiche, affrontano escursioni anche relativamente facili in scarpe da tennis.
Al rifugio Re Alberto mangiamo qualcosa velocemente, contornati dalle Dolomiti del gruppo del Catinaccio spruzzate di neve. Anche qui la farina bianca aiuta a conoscere pieghe della montagna che normalmente passano inosservate; così, invece, tutto è più definito, e allo stesso tempo completamente diverso ai nostri occhi, sconosciuto fino a questo momento.



C’è una cordata di due persone che scendo in corda doppia dalla Torre Winkler, la terza delle Torri del Vajolet.

È un bell’ambiente, una enorme conca che accoglie ma graffia, allo stesso tempo, gli occhi con i suoi profili affilati e puntati verso il cielo.

Nel frattempo discendiamo al rifugio Vajolet e da qui, direttamente al secondo troncone di seggiovia che dall’altipiano di Gardeccia scende a Pera di Fassa (nostra vecchia base nelle estati dal 1988 al 1991).
In breve, seduti su panchine volanti, siamo a un passo dalla statale 48 delle Dolomiti e al parcheggio della seggiovia.
Scendendo, siamo tutti abbastanza contenti all’idea di rimettere presto i piedi in scarpe morbide, e non meno contenti della bella giornata, trascorsa immersi in uno spettacolo insolito per ferragosto!

14 agosto 2006

X GIORNO


ore 22.20
Stasera, dopo l’ennesima giornata uggiosa che ha determinato il niente di fatto a livello alpinistico, ci troviamo attorno al tavolo e con davanti una fetta di strudel, programmiamo per domani la via ferrata Santner. Sembra il tempo abbia intenzione di venirci incontro. Vedremo.

A breve inizierò la pre-preparazione dello zaino, tanto per non dimenticare qualcosa domani, travolta dall’emozione (non diciamolo troppo forte) di riuscire ad attaccarci al cavo perla prima volta, dopo un anno e 11 giorni!
Era giusto un ano e 11 giorni fa quando, con Marco, abbiamo attaccato e portato a termine la ferrata Tridentina…
L’anima, il corpo, i piedi, le mani, sono desiderosi di roccia vista da vicino; vogliamo tutti sentire il rumore del moschettone che scorre lungo il cavo, tra i due chiodi, col suo trillo leggero.
Intanto Marco mette la crema solare nello zaino; “Ottimista”, gli dico, ma spero anche io di averne davvero bisogno, domani!

In 11 giorni, abbiamo visto sole solo per due mezze giornate; sarebbe il caso che questo tempo si decidesse a cambiare registro e piantarla lì, con questi capricci! No? Ieri sera mio fratello Andrea diceva "la prossima volta cambio stagione, vengo qui in estate!!!"
Verificheremo domani.
Intanto il risveglio è fissato per le 06.30, con partenza per le 07.15.
Buona notte, quindi…

09 agosto 2006

V GIORNO


ore 15.10
La gita di mezza giornata di oggi (al Col Rodella, che si affaccia sopra la Val di Fassa e che ha davanti, per tutto il tragitto, le meraviglie del Sassolungo - vedi foto) si è dimostrata indovinata: poco dopo esser entrati a casa, ha iniziato a piovere.
Nel frattempo, dopo aver mangiato qualcosa, è calato il sonno su di noi. In casa c’è chi legge, chi fa parole crociate, chi dorme, chi gioca a solitario, chi scrive…

E' bello vedere come ognuno, secondo le preferenze, le voglie, l'ispirazione del momento, faccia passare il tempo dell'abbiocco.
Sfortunatamente chi scrive a breve dovrà recarsi in farmacia a comperare ginocchiera e antinfiammatorio per la articolazioni.
Il ginocchio sinistro non mi ha voluto molto bene in questi due giorni, soprattutto nelle discese, (che non è proprio possibile evitare, visto che una volta saliti, si deve ridiscendere con le proprie gambe, a meno di non saper andare in deltaplano o parapendio!) per cui mi trovo costretta a riposare per non peggiorare ulteriormente le cose. Le probabili cause di questo dolore a tratti lancinante, mi rimangono comunque ignote, dal momento che non ho memoria di tranvate prese da quel lato del ginocchio sinistro o simili, nemmeno nei tempi gloriosi quando la sottoscritta praticava arti marziali, per cui non ho la minima idea di quale possa essere la causa di tale e tanto dolore. L’età? Po’ esse...ormai i ventotto sono dietro l'angolo...
La faccenda non mi diverte affatto: dopo un anno di lavoro e di Dolomiti viste solo in foto digitali, sognando trekking e vie ferrate, è triste vedersi costretta a fare le discese appoggiata alla spalla di Marco per non caricare di troppo peso il ginocchio…
Posso solo provare a prendere queste pausa forzata come opportunità per disintossicarmi la mente, prima del corpo…sperando comunque che la piena salute torni prima del 19!


Ore 19.00
In farmacia mi dicono che la mia idea (ginocchiera elastica e il tale cerotto che rilascia gradualmente la miracolosa sostanza), dovrebbero essere sufficienti.
Il cerotto, appena messo, sa di menta, mi rinfresca anche la pelle e per un po' mi sembra di avere un tubetto aperto di dentifricio sotto il naso.

Intanto per casa giro mezza zoppicante; manca che mi faccia male qualcosa d'altro e l'appellativo di catenaccio non me lo leva nessuno!

08 agosto 2006

IV GIORNO - Giro del Sassolungo


Ore 14.00
Finalmente, ma ormai quasi a fine gita, il sole si fa spazio tra le nuvole. Tutta la prima metà della gita di oggi è stata praticamente in ombra e accompagnata da nuvole grigie, che di tanto in tanto hanno lasciato cadere qualche goccia.
Nonostante tutto, non sembra comunque che il sole di adesso abbia intenzione di restare. In lontananza vedo la Marmolada con spruzzate di neve fresca, caduta a inizio mese; in primo piano c’è la prima parte del gruppo del Sella, da dove si snoda il sentiero che dal passo Sella va all’attacco della ferrata delle Mesules che, tempo e forze permettendo, vorremmo fare. A sinistra, alcune cime della Val Badia, tra cui il Sas Songher.
In questo momento ci troviamo sotto il lato est del Sassolungo, a 2156 mt., rifugio Comici.
Marco si è steso a riposare, in divisa militare quasi completa (noto infatti che all’appello mancano le calze, che sono di un bianco civile decisamente in stono col tutto!!!) mia madre anche, mio padre curiosa in giro, studia la struttura della stazione di arrivo della seggiovia non lontana, io scrivo…
Se non fosse per il casino fatto da quattro bambini stesi sui prati poco lontano, insieme ai genitori, ci sarebbe un silenzio meraviglioso, degno di posti come questo.
La parete del Sassolungo, sopra di noi, è imponente.

Ore 18.00
Dopo una doccia rilassante, mi concedo un po’ di sole sul balcone della camera. Qui, a ovest, sul versante al riparo dal vento che a tratti tira, si sta che è una meraviglia, si sente il caldo del sole dei 1600 metri scaldare la pelle ed è un vero piacere. Riuscirò a tornare a casa con un po' di colore addosso? Con qualche labile traccia di vita all'aria aperta?
Sotto, nel giardino della casa, qualche bambino va in altalena e il cigolio delle catene ninna una stanchezza sana che si può trasformare facilmente in sonno.
La strada per le braccia di Morfeo è più breve di quanto sembri...ma per imboccarla devo aspettare ancora, perchè la vita di comunità prevede collaborazione per gran parte delle cose comuni, così prendo, e vado a preparare la cena!

06 agosto 2006

II GIORNO


Ore 17.00
il tempo non è buono, ma usciremo ugualmente a fare un giro: a stare a casa con le Dolomiti fuori, non ci siamo capaci!
Qualche ora fa ho dato una controllatina alla Tridentina, di fronte a casa, con il binocolo (mia cognata, per prendermi in giro, mi dice che presidio da lontano, tipo guardia forestale!) e c’erano sei escursionisti che si sono attaccati al cavo e hanno iniziato la salita. Ci piacerebbe ripetere quella scalata! Vedremo!
La zia ci telefona dal lago Fedaia, sotto la Marmolada; anche lei si lamenta per il tempo, decisamente poco incoraggiante per adesso.
Non piove (ancora), ma l’aria è resa fredda dalla mancanza di sole. Intanto alla tele ci accorgiamo che finiti i canali italiani, si prendono quelli tedeschi! C'è RaiTre-Bozen...
Domani, se il tempo sarà buono, o almeno senza pioggia, prima gitarella per sgranchire le gambine, dal passo Sella al Col Rodella, tra prati e pascoli; cosa facile, è vero, ma appunto per sgranchirci e prepararci a migliori obiettivi, sempre tempo premettendo, servono cose di questo tipo!
Da casa vedo il rifugio Pisciadù illuminato.
È là che l’anno scorso, con Marco, abbiamo pernottato dopo aver fatto la (ormai famosa!) Tridentina.

05 agosto 2006

05/08/2006 I GIORNO



ore 08.45
C’è il sole e poco traffico, sulla E45 che stiamo percorrendo.
Il sole c’è anche a destinazione, come ci comunica la zia, che al momento si trova in Val Gardena.
Speriamo ci aspetti (il sole).
Da lontano vediamo la ruota panoramica di del parco divertimenti Mirabilandia e il profilo delle montagne russe.
Ci sono stata, quattro estati fa, con degli amici; mi piacerebbe tornarci. Con Marco ci diciamo che ci torneremo!

Ore 10.00
Ci fermiamo in autogrill, e visto che sono tre ore che ho fatto colazione, mi mangio un panino.
Lungo la strada, il blu ci accompagna e speriamo che davvero stia con noi per il resto della vacanza.
Ieri sera i nostri vicini di casa (trentini trasferiti a Roma) che passano ogni anno due settimane in un rifugio a 2000 mt (la Brancia), per temprare lo spirito e il corpo, ci hanno telefonato: “portatevi cose pesanti, qui fa fresco, è nevicato sulle cime!” ci hanno detto…chissà cosa troveremo!

Ore 13.00
Ripartiamo, dopo la pausa pranzo. Una parte della truppa è già ai piedi del Sassolungo, in Val di Fassa, che banchetta in prati conosciuti. A breve ci ricongiungeremo in quel di Col fosco!
Intanto il traffico sembra diminuire: l’Italia vacanziera va al mare, verso sud, mentre noi, come in tante altre estati passate, andiamo controcorrente.
Non è la prima volta che mi capita di marciare contro la corrente del mondo!
Davanti a noi, ora, i cartelli autostradali indicano Padova e la strada è praticamente vuota. Ikea diventa nel frattempo marchio fedele di viaggio: l’abbiamo vista alla partenza, dal grande raccordo anulare e la vediamo ora alla barriera di Padova. (la si vede anche atterrando all’aeroporto di Newark, nel New Jersey, tanto che per un attimo viene da domandarsi se si sta per scendere all’Anagnina o cosa…)
Da questa statale che porta a Treviso, si vede ancora qualche rimasuglio della vittoria ai Mondiali.
Incrociamo un paese che si chiama Paese…con Marco ci domandiamo se da queste parti si incontrano uomini che si chiamano Uomini!
Nel frattempo riprendiamo l’autostrada, direzione Cortina, da dove proseguiremo per Colfosco. È quasi fatta. In lontananza, dall’entrata della A27 direzione Belluno, si intravedono, oltre un po’ di foschia, i profili delle prime montagne bellunesi. Ormai siamo più vicini alla Val Badia che a Roma!
La strada inizia ad avere una sfumatura rossastra, segno evidente del porfido, tipico e abbondante da queste parti.
Siamo circondati da basse montagne, che lasciano intravedere la roccia dolomitica sotto la ricca vegetazione che le ricopre.
È finita un’altra volta l’autostrada, siamo a Belluno e da ora in poi vedremo le vette crescere e spogliarsi di verde.

Ore 20.00
Siamo arrivati da un paio d’ore.
La casa è meravigliosa, dalla mia stanza ho vista sul gruppo del Sella, con focus sulla ferrata Tridentina e il Rifugio Pisciadù: non potevamo chiedere di meglio!
Il rumore più forte, quando la sera il vociare della casa si spegne, è quello di un ruscelletto vicino a casa.Tra poco andremo a dormire, la giornata è stata lunga e l’effetto dell’altitudine (siamo a 1600 mt e passa) si fa sentire.

03 agosto 2006

quasi pronti...quasi via!


Sabato si parte!!!
La casa è un completo e catastrofico disordine: liste di cose da non dimenticare su ogni tavolo o scrivania (ognuno s’è fatto la sua); valigie una dentro l’altra in ogni stanza, pronte da usare; letti invasi da magliette, calzini, maglioni, pantaloni lunghi e corti, giacche a vento, imbragature, elmetti, occhiali da sole, batterie per la tecnologia che ci portiamo dietro, cartine, libri di monti, di lettura per piacere, documenti, tessera CAI, cd per il viaggio, medicine (speriamo di non doverle usare!) carte da gioco, taccuino per appunti, penna…
Intanto fuori l’estate va in ferie anche lei, pare (speriamo per non troppo tempo) e noi, almeno, per oggi lavoriamo al fresco!
Partiamo dopo domani, è vero, ma l’organizzazione della famiglia prevede l’anticipo dei preparativi…tanto per essere tranquilli e “non arrivare a fare tutte le cose di corsa!”.
Effettivamente siamo già con la maggior parte delle valigie chiuse, sembra che la partenza sia domani!

Diciamo che andando avanti con gli anni...non ci smentiamo!
Sabato si prevede (e si attuerà) sveglia all’alba e accensione motori entro le 06:30, direzione Colfosco, attraversando l'Italia via E45, Venezia Mestre e Cortina.
Chissà come sarà…
Certamente il pieno di aria pura, di colori e rocce è assicurato…
Non vedo davvero l’ora di arrivare e godermi tutto questo, dopo un anno di lavoro, dopo la toccata e fuga di 4 giorni dell’anno scorso, troppo breve per gustare appieno di tutto ciò che quei meravigliosi monti offrono (sia paesaggisticamente che culinariamente parlando!!!).
Sarà una bella vacanza, a prescindere dal tempo che troveremo, perché amo le montagne e quello che possono insegnarmi attraverso la loro severa scuola.

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