27 novembre 2009

43 MILIONI DI EURO


3 milioni di euro al mese come assegno di mantenimento. questo è quanto chiede la signora Lario all'ex marito il cavaliere -che non nomino nemmeno.
di certo, se glieli ha chiesti è perchè sa che li ha. bene. leggo la notizia velocemente, dal giornale di un altro passeggero del treno per roma ostiense, una fermata prima di scendere. in prima pagina, un primo piano dell'unica donna che ha saputo mettere in ginocchio il cavaliere, l'unica che lo tiene per il bavero, che gli insinua la mano nel taschino del porta-carte-di-credito centurion american express. l'unica donna che ha sbandierato ai quattro venti le viscide manie dell'ex marito, l'unica che gli sta rompendo veramente le palle. altro che bossi ai tempi dei suoi scalpiti. non è certamente una santa, la signora, ma in un modo o nell'altro in questo momento la ammiro e la ringrazio. deve ridurlo con le pezze, gettarlo sul lastrico. non succederà mai, è ovvio, ma se non altro un po' di bile gliela farà ingoiare. bene. torniamo ai 43 milioni.
mentre leggo la notizia sul giornale, mi chiedo cosa possa creare nella testa di un uomo una somma tanto esagerata e che va certamente ben oltre i 43.
la mia insofferenza e antipatia nei confronti di questo essere è nota ormai, per cui non dirò niente di nuovo. quello che penso in più, oggi, con questa notizia, è che farsi governare da una persona del genere equivale a non avere nessuno seduto sulla sedia più alta del banco del governo. e infatti...
mi domando: con quale obiettività, realtà delle cose, immedesimazione nella vita delle persone normali, questo essere può pensare e agire, quando non sa cos'è un mutuo, una lista d'attesa in ospedale, un lavoro precario, un contratto non rinnovato, le spese solo nei saldi, la spesa al discount, le vacanze più corte, il tirar lungo con i vestiti che si hanno già, le scuole pubbliche, i libri usati, gli asili nidi a pagamento?
la risposta è semplice: si sa che sta facendo niente di tutto questo, ma ipotizzando che lo faccia, lui queste cose non le sa e non le saprà mai. nessuno gliele dice e lui non le vuole nemmeno sapere...e far sapere. per questo, ma non solo, la mia insofferenza verso di lui permane e si incrementa, ed è per questo che la sua ex-moglie rimane l'ultima spiaggia, l'ultimo baluardo di speranza perchè ci strappi un sorriso, seppur amaro, di soddisfazione nel vederlo scendere, questo ce lo deve, dal 70° a un po' più giù nella lista degli uomini più ricchi del mondo. perchè? perchè sì, anche se normale non diventerà mai.

19 novembre 2009

PENSIERI A CONFRONTO



è giovedì. ed io sono gaudente per questo.
la settimana volge al termine e la stanchezza dichiarata lunedì continua a perseverare. questa sera, però non mi voglio lagnare per questo. in fin dei conti sono sul letto, a gambe distese, una pila di cuscini dietro la schiena, la finestra socchiusa col rumore seral-notturno di roma fuori e la musica di maurizio che suona in sottofondo. non sono del tutto massacrata.
questa sera, dicevo, non mi lagnerò di niente ma mi fermerò su un pensiero trovato nei meandri della mia memoria sonoro-visivo-olfattiva questa mattina.
non ricordo bene dove mi trovavo, se ero già fuori casa o no...anzi, sì, pensandoci bene mi viene in mente che ero già uscita, nel fresco umido di queste mattine romane, con la guazza che a rivoli scende dai lunotti delle auto, imperla le foglie degli alberi, ti entra nelle ossa...
ero appena uscita dal portone e, non so come e perchè, mi sono trovata in testa immagini, temperature, rumori e odori di quando si va a sciare, di un momento preciso della giornata. l'inizio.

ho gli sci su una spalla, i bastoncini dell'altra, i guanti infilati (le lamine appena fatte tagliano!), il berretto con pom-pom sopra e paraorecchie calato bene sulla fronte, la giacca a vento chiusa fin sotto il naso, gli occhiali nella tasca interna, i soldi per il giornaliero pronti nei pantaloni, caramelle e kinder cereali equamente distribuiti nelle tasche di salopette e giacca, fazzoletti, burro cacao. c'è odore di freddo attorno a me, lo sento e lo distinguo. è tipico. che sia dato dall'aria più pulita e un po' rarefatta? lasciamo la macchina parcheggiata, dopo esserci domandati se abbiamo tutto e ci dirigiamo verso la biglietteria, ai piedi della pista. siamo a ovindoli.
ad ogni passo la neve sotto i nostri piedi, fasciati negli scarponi, scricchiola tanto è fredda e secca; passiamo su un manto ancora intonso, che sembra finto tanto è immacolato e preciso, segnato solo dalle righe parallele lasciate dal gatto ed io mi guardo indietro, a guardare le nostre impronte. lo facevo anche quando ero bambina e seguivo mio padre, guardavo le sue impronte e poi dietro trovavo le mie. lui portava i miei sci e i suoi, io i bastoncini di tutti e due.
facciamo gli abbonamenti giornalieri e ci mettiamo in coda per l'ovovia. c'è poca gente, è presto. ma non dovrebbe arrivarne troppa nemmeno a giornata inoltrata, nonostante il cielo sereno sopra di noi...oggi è giovedì.


è giovedì ma la strada che i miei piedi percorrono è asfaltata, non restano tracce; fa freddo ma non da avere guanti e berretto, non ho occhiali da sole nelle tasche e nemmeno caramelle e cioccolato. sulla spalle non porto sci ma lei, la borsa, e tutto quello che contiene, tra cui cioccolata e caramelle (queste sì!). da una mano non pendono bastoncini ma un borsa di tela cerata blu, con dei cani disegnati e con dentro il mattonazzo da 1 chilo e 100 di ken follett che da un mese porto avanti e indietro e che leggo in metropolitana. in tasca ho già un abbonamento, non giornaliero bensì annuale e che passato davanti al posto designato mi dà il via libera, aprendomi i battenti. non vado verso un'ovovia ma verso un mezzo sferragliante, che non si sposta silensioso, fendendo l'aria passando sopra piste e alberi carichi di neve, è solo una metropolitana più o meno piena, più o meno pulita, anch'essa per fortuna (almeno questo) non inquinante...


si è trattato solo di un pensiero, durato qualche secondo, che mi ha suscitato tutto questo. e non mi pare poco.

17 novembre 2009

CHE DIAVOLO DI POST E' QUESTO?


è martedì sera ed io mi sento come se fossimo all'inizio dell'ultima settimana prima delle ferie estive, dopo un mese e mezzo di caldo cittadino mortale e un anno di lavoro sul groppone.
invece no, è novembre -a dispetto delle temperature- e in fin dei conti lo scorso fine settimana non mi sono proprio strapazzata...ma non sono nemmeno rimasta in letto per due giorni, quindi da qualche parte questa stanchezza benedetta devo averla presa.
cercherò di preoccuparmene poco, a breve saluto tutti e buona notte, ma intanto questo è quanto. domani sera sarei grata di avere le forze per andare a pilates, (visto che da quando ho investito 64 euri nella mia forma, ho potenziato e allungato i muscoli qui presenti solo tre volte) ma già da ora le previsioni sono di arricciamenti di naso e indecisione, nel caso le condizioni psico-fisiche siano le medesime. mentre scrivo, poi, realizzo che gli arricciamenti di naso ci potrebbero essere dall'altra parte del video: che diavolo di post è questo?

12 novembre 2009

DA QUESTO, E NON SOLO, TE NE ACCORGI

...dal fatto che non senti nessuna mano staccare la sveglia appena scatta o, addirittura, non la senti nemmeno partire perchè lui si è alzato prima. benedetto orologio biologico-svizzero!
...dal fatto che quando vai a fare colazione, non c'è profumo di caffè in cucina, che se anche tu non lo bevi, ti fa piacere sentirne il profumo;
...dal fatto che non sai, quando ti va di chiamarlo, se è in autogrill a mangiare, se è in pullman e sta dormendo, se sta lavorando. se può risponderti, insomma.
...dal fatto che quando torni a casa, la sera, devi strisciare fino al portone senza che lui venga a prenderti alle curve per risparmiarti l'ultima sfacchinata della giornata
...dal fatto che quando entri in casa col fiatone, fatta l'ultima sfacchinata, la casa è buia e uguale a come tu l'hai lasciata 10 ore prima, con le tapparelle nella stessa posizione, la tavola con una bozza di apparecchiatura per la cena, il disordine sul letto delle cose tolte all'ultimo momento dalla borsa, prima di uscire, 10 ore prima
...dal fatto che mentre ti riprendi sotto la doccia, nessuno cuoce la pasta, la condisce, la ripassa in padella e te la serve nel piatto, facendoti presente, al contempo, di non avere altri obblighi per quella sera. solo riposo
...dal fatto che mangi in silenzio, commentando (=stramaledicendo) ad alta voce le notizie del giornale radio, soprattutto quando si parla di nuove, necessarie, indispensabili leggi ad personam cucite addosso all'essere immondo
...dal fatto che i piatti o te li lavi, o non si lavano da soli
...dal fatto che hai il divano tutto per te
...dal fatto che quando vai in letto e spegni la luce, anche il rumore del frigo che di là in cucina scatta sembra una porta che sbatte e ti domandi perchè, quando invece c'è lui vicino, nemmeno lo senti
...dal fatto che il letto non è quella busta calda che solitamente è quando c'è lui, e vista la tua temperatura corporea non potrebbe essere altrimenti
...dal fatto che 9 ore dopo, quando inizia un nuovo giorno, sei felice del fatto che accorgersi si tutte queste cose per oggi basta, perchè a sera lui ritorna e tutto questo non sarà più valido. fino alla prossima trasferta!

07 novembre 2009

CRONACHE CASALINGHE - quale idillio!

un pasto da leccarci i baffi oggi (alici fritte, insalata, frutta, una emringa in due e un caffè -uno per uno), già al suo posto nello stomaco che il maritopreferito tra poco va a lavorare a piazza del Popolo; io qui che mi ascolto Battiato nella tele con il naso che mi pizzica da ieri (non voglio il raffreddore, cavolo!) e gli spinaci che mi aspettano, di là in cucina, per il bagno nel lavello prima di passare in pentola a pressione; il minestrone pronto da cuocere a fuoco lento che viene più buono; il salame di cioccolato che, fatto per la prima volta sabato scorso, voglio rifare perchè, devo dirlo, mi è venuto proprio buono!
intanto fuori su roma c'è il sole, dopo una tre giorni di pioggia più o meno continua, più o meno forte. aver da fare queste cose, averne fatte altre stamattina (spesa al mercato come non facevo da un po', girovagando per i banchi del trionfale con carretto a rimorchio tipo massaia -perchè dovrei spaccarmi le braccia coi sacchetti appesi alle dita, scusa?) mi piace oggi, mi fa sentire che è proprio sabato, un sabato d'autunno col sole che quando c'è ti scalda, ma quando esci sul balcone della cucina che volge a nord e non c'è, ti viene comunque un brivido lungo la schiena.
e stasera cena tra marescialli dell'esercito, alla tavola del toscano sor Sauro che ci delizierà con la sua arte!

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