Morchio però non mi ha lasciata a digiuno di genovesità, perché non ha omesso parole dialettali e colori tipici di noi liguri, che mi sono goduta veramente tanto e trovato decisamente appropriati, scovando un senso in più in quel passaggio arricchito di bellezze locali.
Bacci Pagano è impegnato nella ricerca di un giovane tossicodipendente che, a detta del padre, è in Ogliastra, appunto, dove si reca da Genova con il traghetto, a cavallo della sua Vespa, solo che capirà ben presto, anche grazie all'amico Virgilio, che c'è altro nel paesino sardo in cui si stabilisce per i giorni dell'indagine: c'è ben altro e di ben altro peso.
lo scoprirà anche a sue spese, ma il tutto sarà allietato, inaspettatamente, dalla presenza di una persona a lui molto cara, con la quale riprenderà i rapporti dopo dieci anni.
storia intrecciata, descritta con grande stile e abilità, una competenza lessicale da affascinare il lettore e questa trasferta fuori Genova è stato un esperimento riuscito, perché come dicevo, Bacci porta ovviamente con sé il suo essere genovese dentro.
da leggere? oh sì, si si.
ultimamente ho regalato Rossoamaro (sempre di Morchio e qui recensito l'anno scorso) ad A.
mentre leggevo Con la morte non si tratta mi convincevo sempre di più che è uno stile che il mio maestro di King avrebbe apprezzato e così, grazie allo shopping on line, detto-fatto gli è arrivato in mano il giorno seguente... 😎
vedremo cosa ne penserà, di mio credo che Morchio sia uno scrittore veramente talentuoso e sono doppiamente orgogliosa che sia un genovese doc.
Ora torno nel Maine per un po' con Quattro dopo mezzanotte di King, regalo di A. per i miei primi 40 anni 😋
Love,
MC