23 luglio 2018

E VENNE IL GIORNO...

...in cui una ditta dei traslochi arrivò in una piovosissima mattina di quasi fine luglio, pronta a impacchettare tutta la mia vita fino ad ora, chiudendola dentro scatoloni di cartone;

...in cui Roma e il quartiere dovo ho abitato per quasi 11 anni non mi sono mai sembrati così belli, così desiderabili, così meravigliosamente perfetti come oggi;

...in cui paragonai le condizioni meteorologiche al mio umore, improvvisamente crollato sotto il peso di una nostalgia che già inizio a sentire;

...in cui la paura per il futuro è quanto mai presente perché non è mai stato tanto ignoto quanto oggi: a confronto il trasloco da Genova a Roma nel 1997, ventun anni fa, fu una passeggiata per me (ma lì avevo 19 anni e la vivevo come una rinascita - e poi andavo da Genova a Roma ragazzi, R O M A, mica cavoli);

...in cui provai, forse, quello che mia madre provò proprio a fine luglio dello stesso 1997 nel lasciare la città in cui aveva vissuto fin da bambina. io qui non ci ho vissuto da bambina, è vero, ma questa casa ne ha viste tante, di ogni tipo, e forse è questo che mi pesa, mi fa accartocciare il cuore.
di là c'è una vita intera da costruire, è vero, ma quella qui è stata particolare e speciale, soprattutto nell'ultimissimo anno.
posso di certo fare una cosa: portarmi tutto, tutto, via, negli occhi, nel cuore, nelle orecchie e nella mente.
non ci sarà trasloco che potrà scalfire alcunché. c'è chi sa cosa intendo. 💗

She's living like it's the last night on heart...
(U2)

Love,
MC

20 luglio 2018

+15 *** FINE TURNO *** STEPHEN KING (o della fine del quindicesimo libro nel 2018)

con Fine turno finisce la trilogia di King che più mi ha appassionata, soprattutto, direi, proprio grazie a questo ultimo libro.
tutta la tranquillità dei due libri precedenti, romanzi verosimili, con niente di preoccupante se non qualche particolare un po' fastidioso circa rapporti tra consanguinei o una profonda e continua cattiveria d'animo presente in Brady, in questo terzo libro ce la dimentichiamo perché King torna in sé facendoci venire i brividi con un fantasy molto poco verosimile, ma che ti inchioda lo stesso il libro alle mani.
cattiveria di Brady e inverosimile si fondono, ma la concretezza e realtà di Hodges e Holly, con Jerome da un certo punto in poi, resiste prepotentemente all'assurdo, all'impossibile che Brady incarna. con la loro esistenza piantata bene per terra, l'umanità fragile che portano con sé e che esploderà sul finale, il contrasto con l'irrealtà è tale che penso sia proprio l'elemento che non farebbe mai posare il libro. più volte l'ho dovuto fare a malincuore; in condizioni ottimali, (leggi in vacanza al mare) Fine turno l'avrei letto in tre giorni.

la meravigliosa bellezza di questo libro è, oltre a questo contrasto reale/surreale, la fenomenale abilità di King far provare rifiuto, fastidio, rabbia per buona parte delle pagine per poi sciogliere tutto nelle lacrime alla fine. lacrime vere, commozione pura, tristezza viva.
non so quanti siano in grado di fare questo, so solo che son grata ad A. per la scoperta di questo tesoro letterario.

penso metterò questa trilogia sul podio di King insieme a IT e a La zona morta. decisamente sì.

ieri sera ho iniziato Cronache marziane di Ray Bradbury, lo stesso di Fahrenheit 451. 

(e intanto oggi è il mio giorno libero, ho mal di testa e lunedì e martedì ci sarà il trasloco. aiuto).

Love,
MC

13 luglio 2018

+14 *** CHI PERDE PAGA *** STEPHEN KING (o della fine del quattordicesimo libro nel 2018)

secondo libro della trilogia, seguito di Mr. Mercedes, questo Chi perde paga appare quasi come un romanzo non-alla-King perché non c'è horror, non c'è ansia (o almeno non più di tanto e comunque innocua) non c'è paura, pur restando la necessità di dover leggere per sapere, per vedere che cosa succede.

è un bel libro, stile King ma che definirei più morbido, leggero, probabilmente di passaggio tra il primo e Fine turno (che ho già iniziato).

torna William Hodges, il detective in pensione che non riesce a star lontano da indagini e che ora, insieme a Holly ha fondato una società di investigazioni private.
i due si sono in qualche modo salvati a vicenda: Holly con Hodges è uscita dalla depressione e sta a galla con lui, per lui; Hodges si è rimesso in carreggiata anche per lei, oltre che per la sua stessa salute (visto l'incontro ravvicinato che ha avuto con un infarto in Mr. Mercedes)
Jerome, il giovane amico di Hodges, è all'università ma le vicende che dovranno affrontare li porteranno a riunirsi perché squadra che vince non si cambia.
e loro vincono e questa volta hanno a che fare con la morte di uno scrittore ucciso per i suoi ultimi scritti, inediti, nel 1978, per mano di tre uomini.
questi scritti (e non solo) verranno in mano a un adolescente per una serie di coincidenze e finiranno per influenzare la sua vita e quella della sua famiglia...e qui arriva Hodges.

ma King non si è dimenticato di quello che era successo nel libro precedente...e non si dimentica, vecchio volpone, che il suo bisogno primario come scrittore è farci venire l'ansia, così se per tutto il libro si beve tranquillamente un succo di frutta, una birra o un aperitivo alcolico sotto l'ombrellone, col venticello fresco sulla pelle, alla fine ci si ferma, si manda giù l'ultimo sorso e si posa lentamente il bicchiere sul tavolino perché no, no, non può essere veramente. davvero parla?

Love,
MC

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