23 settembre 2011

4 AGOSTO 2011 - RIFUGIO NUVOLAU


Oggi, dopo una giornata –quella di ieri- trascorsa in Val di Fassa tra Pozza, Campitello e Vigo, a pascolare lungo il fiume Avisio e per negozi a comprar tovaglie tirolesi e prodotti tipici, abbiamo fatto una gita insieme ai miei genitori.
Meta, in base alle condizioni meteo, il rifugio Nuvolao, 2575 metri.
Partiamo dal Passo Falzarego con un’arietta bella fresca e un cielo che non promette niente di buono o, meglio, non rende facile l’interpretazione di come si evolverà il tempo durante la giornata. Ci basiamo sulle previsioni del centro Meteo di Arabba, che dà al 50-60% la possibilità di pioggia ma, essendo armati di cappotte anti pioggia e poca paura in merito, andiamo.
La gita è la stessa che io e il maritopreferito facemmo due anni fa.
Il paesaggio è quanto di più bello si possa immaginare.
Non abbiamo la Marmolada davanti come due giorni fa al Piz Boè, ma non è possibile paragonare un versante a un altro. Diversi, seppur simili nei colori, non possono essere che uno diverso dall’altro, unici, particolari, mozzafiato ognuno per una caratteristica…
Arriviamo al rifugio Averau, a 2416 metri, dopo due ore di salita pura, in cui però non ci siamo ammazzati. Visto il cielo, che sembra prepararsi al peggio, decidiamo di non andare fino al Nuvolao e accontentarci di quanto fatto fino a questo punto. Così, dopo i panini previsti dalla cura (speck) e una buona dose di zuccheri, prendiamo la via del ritorno.
Questa volta il versante è diverso e siamo per tutto il pomeriggio sotto la Tofana di Roces, il Lagazuoi che la precede e il Monte Cristallo poco più indietro. L’ultimo tratto di sentiero si dipana per un fitto boschetto di pini mughi, l’aerosol naturale è assicurato e molto piacevole; una fragranza fresca e pulita si espande tutto intorno. Non posso che respirare a pieni polmoni, non solo per un fatto di ritmo passo-respirazione: proprio mi va di riempirmi i polmoni di questa meraviglia della natura (è proprio il caso di dirlo!), giacché una volta a Roma me lo sognerò la notte.
Arriviamo nuovamente al passo Falzarego senza aver preso una goccia di pioggia e con forse in cuore un po’ di rimpianto per non essere saliti fino al Nuvolao…

Arrivati a casa nostra, però, ci godiamo i krapfen alla crema comprati questa mattina da mia mamma, accompagnati da una tazza di tè caldo. Ce lo siamo proprio meritato!
Domani la giornata prevederà riposo in quel di Agordo, dove si trovano i genitori del maritopreferito con annessa cognata. Sarà una pausa muscolare ma non gastrica, conoscendo mia suocera…
Ah. Per la cronaca, poco fa, a fine cena, mi sono concessa, per la seconda sera di seguito, un bel bombardino caldo con panna.

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