29 aprile 2010

LA BESTIA UMANA


in banca, la quipresente in coda per il bonifico di caparra per le vacanze estive. due persone davanti.
quando anche la seconda si è apprestata ad allontanarsi dal banco, ecco che entra un crocicchio di persone, 4 o 5. una di queste, un signore sulla cinquantina, senza guardarsi intorno va diretto verso il banco. io mi alzo per farmi vedere (anche se lo spazio non era certo quello di piazza san Pietro a Roma...) e percepisco il pelo rizzarsi, la frase stizzita "scusi, tocca a me" pronta a uscire, le unghie pronte a colpire oltre che un bel giudizio già piantato nel cervello della serie è arrivato il furbo che pensa di non fare coda, noi invece siamo gli scemi che aspettano il loro turno.
il tempo di provare queste emozioni e il tipo in questione si è allontanato lasciandomi campo libero.
tornando a casa, in quei 5 minuti a piedi che la separano dalla filiale della banca di famiglia, ho riflettuto su questo episodio e quello che ho provato.
un po' mi ha spevantato. siamo sempre troppo tesi, troppo pronti ad azzannare, a colpire l'altro il quale è a volte in torto pieno -e un'azzannata ci starebbe anche tutta ma non è certo giustificabile- a volte nel giusto e legittimo ma noi, a prescindere dallo stato dell'altro, tendiamo i nervi. non possiamo farci calpestare, non possiamo passare per scemi e mollaccioni, quelli che si fanno fregare facendosi passare avanti in coda in baca o dal panettiere. quindi meglio rizzare il pelo comunque. facciamo sempre in tempo, non sempre per la verità, a riappiattirlo.
invece no. non mi è piaciuta la mia reazione e questo istinto bestiale latente. e la soluzione non è esplicitarlo sempre, comunuque e in qualsiasi modo esca -come invece madre tv insegna quotidianamente- ma gestirlo al meglio, facendo in modo che il pelo non sia una reazione immediata a quello che occhi e orecchie percepiscono quotidianamente. bisogna pur difendersi in qualche modo!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Maria Chiara,

penso sia un problema di pregiudizi. Finiamo con l'avere la mente così piena di immagini già predefinite che facciamo fatica a guardare quello che c'è davvero davanti a noi... complimenti per la riflessione. Non è usuale trovare persone che hanno l'umiltà di riconoscere i propri errori senza per questo dover per forza usare il gatto a nove code...

Bridget ha detto...

Il problema è che abbiamo la mente piena di queste immagini predefinite perché succedono realmente davanti a noi!...
A tal proposito, ieri mi è capitata una situazione "ritrovata", che non mi capitava, cioè, di vivere da tanto tempo. Percorrevo Via Laurentina in direzione Cristoforo Colombo e ad un certo punto l'autobus davanti a me mette la freccia per fermarsi alla fermata. Con molta normalità io rallento e mi fermo dietro a lui aspettando che riparta. In quel momento mi sono resa conto che erano anni (probabilmente da quando sono qui a Roma) che la normalità non era il fermarsi ma il cercare in tutti i modi di scavalcare per non aspettare i 20 secondi di fermata.
Eh, bisogna cercare di riprendersi la tranquillità... di aspettare e di "appiattire" il pelo.
=o)

extramamma ha detto...

ROARRRR!
qui a Milano siamo anche più cattivi, cattivissimi!
cmq hai ragione c'è talmente tanta aggressività in giro che siamo sempre sul chi vive! però delle volte sorridere agli sconosciuti li destabilizza ancor di più, a meno che non siamo maniaci perniciosi :-)

Anonimo ha detto...

La tua reazione è figlia del mondo in cui viviamo. In un mondo in cui viene sempre esaltato chi riesce a "farcela" a qualunque costo, a maggior ragione se con furbizia e scavalcando gli altri, è comprensibile che siamo prevenuti. Non dico sia bello, ma comprensibile. Mi viene da dire però, e il giorno in cui qualcuno ti passa davanti e tu non hai reagito per "fiducia", come è lecito sentirsi?
Daniele

Marie Claire ha detto...

enrica - credo anche io, anche se la cosa mi sta stretta!

bridget - forse davvero agiamo per imitazione di quello che vediamo negli altri. però è vero che facciamo sempre in tempo ad abbassare il pelo!

extra - è vero, spesso un sorriso è disarmante e risolve la situazione

daniele - hai ragione, è un mondo di gomitate, ma come sia lecito sentirsi non te lo so dire. so che quando mi succedono cose come quelle descritte non sono contenta di me.... :-)

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