30 dicembre 2009

EROI E ANGELI


Per la prima volta da quando è a capo della protezione civile, sono d’accordo con Bertolaso: “Basta morti per colpa degli sprovveduti”, ha detto commentando la morte dei quattro volontari del soccorso alpino, ribattezzati “eroi e angeli” dai loro conterranei fassani, travolti da una slavina in Val Lasties, nel cuore del massiccio del Sella, a metà tra le province di Trento e Bolzano, accorsi lassù in cerca di due escursionisti (decerebrati) già travolti da una valanga.
Tante volte ho camminato (è proprio il caso di dirlo) in mezzo a quel massiccio, attraversando paesaggi lunari dai colori cangianti, tipici della roccia dolomitica. Lì la pendenza è molta e spesso, durante le mie escursioni, ho pensato che quei canaloni ripidi avrebbero potuto essere buonissimo pane invernale per i denti dei free-rider, per il fuori pista, per lo sci alpinismo. E infatti. Non ho niente contro chi scia fuori pista, io non lo faccio ma penso che, come ogni cosa, sia da fare solo se esente da rischi di qualsiasi tipo, per sé e per gli altri. C’è anche chi in pista, sulla neve battuta, corre come i bob da gara che sfrecciano a 100 e passa all’ora nel tunnel ghiacciato; più di una volta qualche sciatore (decerebrato) mi ha sfiorato passandomi sugli sci, facendo rischiare me e lui. Scontrarsi a quelle velocità sulle piste, può essere fatale. Lo è gia stato per qualcuno…
I due escursionisti del Sella erano stati avvisati, sapevano, l’allerta valanghe 4 su una scala da 1 a 5 era stata lanciata ma la testardaggine e la stupidità li ha spinti troppo oltre. Se lo sono meritato? No. Se la sono cercata. Un po’. Non per questo gli sta bene.
Peggiore per me è la morte di chi è andato a soccorrere qualcuno supposto già morto. Suonato il cellulare, hanno mollato tutto e sono andati. Coscienti di rischiare la vita, chissà se pronti fino in fondo a perderla veramente.
Uno dei soccorritori, Ervin Riz, era fratello di Martin, un altro volontario coinvolto nell’emergenza, scampato “volando sulla neve” come lui stesso ha dichiarato. Avevo conosciuto Martin insieme al maritopreferito (a quel tempo ancora fidanzatopreferito) alla Capanna Fassa al Piz Boè, piccolo rifugio a 3142 metri, cima più alta del Sella, che in estate gestisce insieme alla moglie. “…da giungo a settembre sono qui, in inverno faccio il maestro di sci e mia moglie lavora nell’albergo dei suoi genitori, a Canazei…” ci aveva raccontato la sera, dopo cena, con un bicchierino di grappa in mano…
Qualcuno sul web ha parlato del fratello Ervin, scrivendo “…la guida che nel 2005 mi ha accompagnato sulla Marmolada e che non dimenticherò facilmente…”.
E’ vero. La guida alpina che ti accompagna in vetta ti si imprime nel cervello.
Io ricordo perfettamente Germano, la guida alpina di Pozza di Fassa che accompagnò me e la mia famiglia in vetta alla signora delle Dolomiti il 29 agosto 1988. lo incontrassi oggi, lo riconoscerei subito e lo saluterei. Da più piccola della cordata (avevo 10 anni) avevo goduto del diritto di stargli attaccata per tutta la giornata, subito dopo di lui in cordata e solo per quel gesto, per quelle ore trascorse, per la totale fiducia con cui ci eravamo abbandonati alla sua guida per quel giorno, gli siamo stati e tuttora siamo immensamente grati.
Anche lui maestro di sci in inverno, fa parte del soccorso alpino e rischia la sua vita per salvarne altre. E non è perché Germano ci ha portati sulla vetta della Marmolada e mi dispiacerebbe, ma basta morti per colpa degli sprovveduti!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Chiara,
sono completamente d'accordo con te. Ti auguro che il 2010 sia proprio come lo desideri!

Marie Claire ha detto...

Ciao Enrica...spero che il tuo augurio diventi realtà!
:o)
buon 2010 a te!

Mcloud ha detto...

Il coraggio spesso va di pari passo con il dolore. Strana regola. Un sereno e felice 2010. A te ed al tuo maritopreferito.
Un abbraccio

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