17 dicembre 2007

LAS VEGAS - by night&day-


Arrivati a Las Vegas verso metà pomeriggio, dopo un paio d'ore ci rivediamo con il gruppo in un punto specifico dell'albergo per andare al buffet e cenare.
Questo primo passaggio interno al Luxor ci fa prendere le misure di quanto esteso e labiribtico sia il nostro hotel, come tutti gli altri, del resto.
L'ambientazione è egiziana e se non fosse che chi passa (perchè ospite o turista che entra, guarda e va via) è vestito all'occidentale, si direbbe di trovarsi su un set cinematografico. Forse da qualche angolo, da un momento all'altro, spunta una mummia che cammina o uno schiavo o un faraone...

Per arrivare al ristorante, da qualsiasi punto dell'hotel si provenga, si deve per forza passare dal casinò: non sia mai che per mangiare ci si dimentichi di giocare qualche dollaro alle slots!
E si gioca ad ogni ora...
Avremo modo di scoprire che i casinò sono aperti 24 hrs a day...perchè la gente va lì per giocare e giocare a qualsiasi ora...
Ceniamo a un buffet di cui non si vede la fine. C'è tutto di tutto: cucina cinese, americana, internazionale... Frutta "normale", esotica (mangerò una macedonia di frutta esotica fresca il cui gusto mi rimarrà in bocca a vita, credo!), fresca, secca...
Non si finirebbe mai di mangiare, poi per forza di cose, non entrandotene più nello stomaco, a un certo punto ci si deve fermare!
Fa anche un effetto controverso, però, trovarsi qua dentro e pensare di poter mangiare quello che si vuole, nella quantità che si vuole, sapendo che altrove, magari nemmeno tanto lontano da noi, c'è chi non sa quale sarà il prossimo pasto, se in giornata o chissà quando...

Dopo cena partiamo per il giro guidato per alcuni hotel. Perchè sì, qui gli hotel si visitano come fossero musei, esposizioni...
Fuori il sole sta calando e inizia lo splendore di Las Vegas; il traffico si intensifica e la gente si riversa nelle strade.
Fa caldo, l’aria desertica si fa sentire: siamo tutti smanicati. Smanicati e attoniti. Quello che stiamo vedendo non è reale, non può che essere finzione. Non è possibile che una città sia stata costruita dal niente e abbia come unico scopo quello per cui viene tenuta in vita: il gioco d’azzardo, legalizzato nel 1931, e lo sfoggio dell’eccesso, ad ogni angolo e in ogni particolare.
2 milioni di persone su 286.000 kilometri quadrati ad esibire la futilità stessa di questo posto

Tutto qui è fatto per essere “più di”, tutto è in competizione con tutto.
E’ una gara a chi ha l’albergo più lussuoso degli altri, con più camere, coi costi più alti, con più superficie, con più luci, con la luce che arriva più lontano in cielo, con più show dentro, con più ospiti nell’arco dell’anno, con più Vip tra i suoi clienti...
Las Vegas è la follia, pura, non semplpice, ma totale, tutta. E folli sono coloro che la popolano.
Qui c’è un tizio, Whyn, che dopo aver costruito un paio di alberghi, ha deciso di metterne su uno che fosse la sintesi di tutti questi “più”. Così ha costruito il Whyn, uno dei più raffinati e, devo dirlo, più di gusto rispetto agli altri che abbiamo avuto modo di vedere...
Certamente, con più gusto, ma anche con più ostentazione del lusso; non si può descrivere un corridoio al piano terra largo una quindicina di metri...cosa può esserci e di che grandezza, dietro quelle porte, se il corridoio per arrivarci ha certe dimensioni?

Giriamo, seguendo la guida, tra uno show e l’altro.
Ci ritroviamo prima al Caesar Palace, nell’antica Roma, dove la Celine Dion da due anni se la canta e se la suona nel teatro dell’hotel, dove si fanno anche gli incontri di boxe...
Arriviamo al href="http://www.vegas.com/slideshows/hotels/venetian/slideshow.html">Venice, dove Palazzo dei Dogi, ponte di Rialto e laguna ci attendono, con tanto di gondole (piatte, però, non inclinate da una parte...beccati) a motore e gondolieri che emulano canzoni veneziane ai cinesi che fanno il giro in gondola...a Las vegas!
Visitiamo il Mirage e il giardino botanico; il Bellagio, con uno scorcio di lago di Como di fronte al quale si erge una tour Eiffel in scala, in dotazione all’hotel Paris...
C'è il Mirage, col suo vulcano finto che fa spettacolo, l'MGM Grand, con una mega riproduzione dello stesso leone che da bambini (e anche adesso...) vediamo nella sigla di inizio di certi cartoni...
Notiamo che qui tutto è copia (approssimativa) o imitazione di un qualcosa che non è americano.
Non c’è una riproduzione di qualcosa di loro. Certo, c’è il New York New York...ma solo quello...
E’ come se gli americani fossero prigionieri di un forte senso di inferiorità rispetto al resto del mondo... Riproducono tutto, paraganonano tante delle loro cose a quelle altrui, soprattutto italiane....

La follia prosegue con la vista di Las Vegas downtown, quella che fu l’originaria Las vegas, la prima, la città dell’esordio...
E’ qui che ci appare quello che abbiamo già visto in televisione in film e video musicali.
Trovo l’albergo sotto le cui luci gli U2 cantarono I still haven’t found what I’m looking for...e non posso fare a meno di guardare, fotografare e riprendere...

E’ tutto eccesso, qui, ma credo che il massimo della mancanza di utilità dell'essere, lo raggiunga un tunnel il cui tetto interno è ricoperto di lapadine. 2 milioni di lampadine che, comandate da un computer, si accendono, cambiano colore, creano immagini...
Utilità? Nessuna. Spettacolo. Puro e (non tanto) semplice spettacolo!
Ma quali costi può avere tutto questo?

Spesso questa nostra impressione verrà confermata dall'evidenza dei fatti, altre volte non potremo che rasegnarci e pensare che, veramente, la follia umana, realmente raggiunge limiti impensabili!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao americana/i, come state?
Leggendo i tuoi post ho conosciuto l'America sotto un profilo nuovo e più bello devo dire.
Grazie Domenico

P.S. fate il tifo per venerd' 21 c.m. vedi volantino che ti ho inviato

takajiro ha detto...

io avevo alloggiato al caesar palace..che posto las vegas..giusto la notte, poi siamo scappati!!

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