18 marzo 2013

COMANDANTI E COMANDATI

attacca l'asino dove vuole il padrone.
questo sarà il motto che mi accompagnerà da qui a "non si sa quando" in ambito lavorativo.
da qualche tempo sento dire e chiedere e imporre cose che non mi piacciono molto. è l'atteggiamento con cui vengono chieste a non piacermi. come se ci si rivolgesse a bambini dell'asilo o, peggio, delle elementari, che vengono richiamati perché durante la ricreazione corrono di qua e di là. 
mi domando perché i comandanti siano spesso degli incompetenti e, molto più spesso, appena fanno carriera si dimentichino in un batter d'occhio com'è e cosa vuol dire stare in prima linea. che poi, anche qui...grazie a quali meritevoli doti hai fatto carriera? mah...
io penso che comandare richieda massima competenza professionale, elevate capacità gestionali del personale, oltre che una buona dose di umanità e intelligenza. come mai queste caratteristiche non si vedono quasi mai, in chi sta nelle stanze del potere? 
è assurdo: le cose andrebbero tutte molto meglio, se fosse così. se non ci si dimenticasse cosa significa chiedere uno sforzo in più a chi è in prima linea, cosa vuol dire prendere schiaffi o carezze quotidianamente, come si sta a dover sempre sparare e dover schivare le bombe altrui, senza avere mai chi ti dà il cambio per permetterti di prendere fiato...
un comandate di plotone deve saper sparare PERFETTAMENTE. 
sono certa che, a scambiarci i ruoli, quasi nessuno dei nostri comandanti saprebbe fare il nostro lavoro PERFETTAMENTE. con i dovuti bilanciamenti, sparare è il lavoro del soldato, gestire i clienti il nostro. ma il comandate di uno e dell'altro, sempre perfettamente deve saper fare il lavoro che chiede ai suoi.

lasciate ogni speranza voi ch'entrate.

Love,
MC

1 commento:

UIFPW08 ha detto...

Non è facile assumere il comando quando la nave non ha più controllo..
però ognuno di noi deve fare la sua parte. Comandati a parte. Ciò nonostante quoto il tuo pensiero. L'incompetenza direttiva è deleteria.
Maurizio

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