31 agosto 2010

NUOVO INIZIO

dopo una pausa dal lavoro di tre giorni (sab-dom-lun), in mezzo ai cinque giorni trascorsi a casa dei genitori del maritopreferito, con mare, cinema e relax, la quipresente ha come la sensazione di essere tornata dalle ferie.
valigia smontata, lavatrice stesa, il cervello non risponde molto agli stimoli, non sembra molto sveglio a ricominciare a lavorare con l'ultimo turno in ufficio, dalle 17 alle 21.
sarà perchè si è trattato di vero relax, sarà perchè nel frattempo s'è compiuto il 32° genetliaco, sarà per qualsiasi cosa, fatto sta che questa ripresa di fine estate è di un pesante indescrivibile.
e da domani si ritorna in tutto e per tutto alla normalità: anche il maritopreferito riprende servizio e ciao estate!

24 agosto 2010

9 AGOSTO - FERRATA DELLE TRINCEE


Scrivo con nel pc uno dei tanti cd degli U2 che ho; devo ripassare per l’appuntamento con Bono &Co tra meno di due mesi. La loro musica ha sempre lo stesso, nuovo, identico effetto su di me: mi rilassa, mi fa sognare, mi estranea. Li adoro. Ma già si sapeva.

Nonostante ieri sera sia piovuto e grandinato, questa mattina ci svegliamo con un cielo profondamente blu e un sole splendente.
La funivia da prendere per arrivare all’attacco della ferrata è a circa 200 metri da casa, per cui niente levataccia!
Saliamo quasi 900 metri in circa 15 minuti e, una volta arrivati a Porta Vescovo, tra un tappamento di orecchie e l’altro, davanti a noi si apre lo spettacolo della Marmolada completamente sgombra di nuvole, come poi rimarrà per tutta la giornata.
Raramente mi è capitato di vedere Punta Penia, la vetta della Regina, rimanere visibile per tutto l’arco della giornata. Che bel regalo! Qualche foto (questa volta non ce ne dimentichiamo) e poi su, verso l’attacco.
C’è da dire che la ferrata di oggi la quipresente l’ha già solcata in un’estate tra l’88 e il ’91, con la sua famiglia, e nella memoria collettiva di quest’ultima (la famiglia) è sempre rimasto ben nitido il ricordo di un inizio a dir poco verticale, praticamente liscio, da superare quasi per intero con la sola forza delle braccia.
La mamma della QP, quel giorno ultima della fila, dopo vari tentennamenti e minacce di abbandono, visto che gli altri tre componenti erano già tutti belli che al sicuro su vari appigli e spuntoni alla fine del muro, venne “invitata” a proseguire da un signore che la seguiva, previa…spinta da dietro con entrambe le mani.
Un grazie imbarazzato dall’aiutata in questione fece superare quel primo, difficile approccio e poi la ferrata proseguì indenne per tutti e quattro.
Quest’oggi la storia si è ripetuta. Per certi versi.
La QP è partita per prima, davanti al maritopreferito, e pur avendo guardato e riguardato dove mettevano piedi e mani quelli che la precedevano, per superare quello stesso maledetto tratto iniziale ha dovuto, di nuovo, tirarsi su a suon di braccia, nonostante un piolo aggiunto (e che vent’anni fa non c’era…) su cui poi ha sostato ragionando su come andare avanti. Passato il momento clou, è stata la volta del MP che tenta e ritenta, dopo consigli, spiegazioni, delucidazioni su dove e come mettere piedi e mani da parte della QP, ha desistito.
Non se l’è sentita, è tornato indietro per quei pochi metri percorsi.
La QP, ormai oltre il muro liscio, avrebbe fatto più danni a sé stessa a ridiscendere (le ferrate in discesa, nei tratti pensati in salita, possono essere difficilissime e pericolose, come questa) per cui niente.
Lei ha proseguito, il MP s’è staccato dal cavo e ti aspetto dall’altra parte.
Così una di qua, l’altro di là.
Dispiacere per la QP, anche perché dopo il primo pezzo quella delle trincee è una ferrata divertentissima, con cambi di direzione, originalità nei passaggi, tecniche di arrampicata diverse tra loro. Non se la ricordava.
E poi, per tutto il tempo la Regina davanti ha dato il meglio di sé e s’è lasciata guardare per dritto e per traverso, nei momenti di pausa tra un chiodo e l’altro.
Verso la fine del cavo, il MP s’è reso visibile a suon di braccia agitate nel vento e sur sum corda, la QP ha concluso con più entusiasmo.
Ricongiunti, sono tornati all’arrivo a monte della funivia e lì hanno sostato per ben due ore e mezza, crogiolandosi al sole dei 2500 metri, caldo e meraviglioso come non mai in questa vacanza, e mirando e rimirando le pieghe delle montagne davanti.
Sempre lei, la Marmolada, da cui la QP ha fatto fatica a staccare gli occhi e che non si è stancata un attimo dal guardare!
E per giovedì abbiamo una guida alpina prenotata per andare fino lassù, a 3342 metri, attraverso la via ferrata… chissà!

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ARABBA AGOSTO 2010

23 agosto 2010

SABATO 7 AGOSTO - VAL DI FASSA


Anche oggi siamo stati in Val di Fassa.
Non è (solo) per un fatto di bellezza di quella valle e degli anni in cui vi ho trascorso le vacanze con la mia famiglia da bambina, quanto perché la caviglia, più precisamente il malleolo della quipresente fa i capricci.
Così, visto che l’andata e il ritorno podistico lungo tutta la valle può essere fatto con l’uso di scarpe diverse dagli scarponi da ferrata, ieri abbiamo decretato questo come percorso odierno.
Per mantenere il fiato, per camminare, per farci un giro diverso, sperando che la lontananza tra il malleolo e lo scarpone che solitamente lo riveste porti giovamento e un completo, indolore riavvicinamento.
E così, lasciata l’auto nei pressi del parcheggio della funivia Col Rodella, dopo aver percorso il sentiero frequentatissimo da podisti e ciclisti di tutte le età, sempre in falso piano, tra prati, abeti, cielo e roccia dolomitica, in un’ora e cinquanta siamo arrivati a Pozza di Fassa.
Natura pura, quindi, come tutto qui intorno, qualsiasi sentiero o via ferrata si percorra.
Scendiamo sulla riva del fiume Avisio e ci mangiamo i soliti, buonissimi panini allo speck, metà ritter sport bianco con nocciole intere (slurp!) e dopo un’ora, in centro, un caffè.
Poca gente in giro, a quest’ora.
Sono le 13 e penso a quanto mi piaccia mangiare presto per godere poi delle ore più calde (in montagna si apprezzano) in santa pace, senza cagnara intorno come in questo caso!
Dopo, ri-gambe in spalla e via, nuovamente verso Campitello, questa volta in un’ora e mezzo. Chissà quanti chilometri abbiamo macinato oggi!
Alla fine, come premio, ci concediamo una merenda al bar Tirol, a base di coppa di yogurt alta venti centimetri, ricoperta di frutti di bosco caldi e due fiocchi di panna montata per la quipresente, e una fetta di strudel caldo con crema di vaniglia calda per il maritopreferito.
Pensiamo di essercela meritata!
Facciamo ritorno a casa passando dal Passo Sella e rimaniamo affascinati, ancora una volta, dalla mole del massiccio del Sella e del Sassolungo, così come dall’imbiancatura di Marmolada e Piz Boè, grazie alla neve caduta due giorni fa dai 2700 metri in su.
Scendendo dal Passo Gardena, ammiriamo come sempre la “nostra” Tridentina chiedendoci se anche quest’anno ci rivedrà sulle sue rocce…

Intanto, mentre scrivo, fuori le stelle si accendono e si scopre che la loro nitidezza anche solo a 1600 metri è incredibile, la loro quantità immensa e la loro brillantezza vera.
Scintillano, sembrano muoversi, lampeggiano quasi.
E ammiriamo questa bellezza dal balcone della cucina che volge a nord, chiusi nelle giacche a vento, mentre il termometro segna 13°, ma bisognerebbe stendersi là, sul prato, senza nemmeno le poche luci del paese a portata di occhi e guardarle.
Guardarle affascinati e basta, in silenzio, contemplarle sentendosi incredibilmente piccoli e impotenti, ma fortunati per averle davanti!

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ARABBA AGOSTO 2010

22 agosto 2010

OMBRE MENTALI

da venerdì sera la quipresente e il maritopreferito si sono trasferiti sui Castelli Romani per stare insieme al resto della famiglia da parte della QP. una delle zie, sorella del papà, è qui in visita, per cui anche la QP e il MP ne approfittano.
da due giorni sono contornati dai nipoti ed è tutto un sorrisi, giochi, risate, voli in aria, corse avanti e indietro...
lato parenti adulti si sta insieme, si parla di politica, ci si imbestia, si mangia la grigliata di carne, si gustano le grappe trentine...
tutta vita, quindi.
sì.
eppure la QP ha un'ombra dentro, un pensiero latente che quest'oggi s'è nuovamente ripresentato e, come altre volte, col passare delle ore tornerà piano piano ad appannarsi per poi -ma speriamo anche no- ripresentarsi puntuale prossimamente.
è un pensiero donnesco, prettamente donnesco, naturale, normale, istintivo, spontaneo, difficile da controllare ma che, se controllato, può portare solo che buoni risultati.
anzi. il risultato.
eppure.
eppure quanto sembra difficile controllarlo, dribblarlo, non subirne gli effetti!
la volta che la QP riesce a farlo, però, è tutta una discesa ma, chissà perchè, se ne dimentica sempre e ogni volta ci ricade.
che poi non sarebbe tutta 'sta difficoltà, ma tant'è...
cretina.
femmina.

20 agosto 2010

PARRUCHHIERA, CUOCA E RICAMATRICE

il lavoro oggi mi aspetta dalle 17 alle 21, quindi questa mattina sveglia tranquilla, puntata sulle 8 ma giusto per.
per non ritrovarmi alle 10 passate a sollevare la palpebra, prendeere conoscenza in mezz'ora e non poter godere delle ore mattutine (quelle famose, con l'oro in bocca).
per non trovarmi a non sapere da che parte cominiciare e poi alla fine non concludere niente.
e così ne ho fatte. fatto il sugo allo speck (la cura autoprescritta continua anche con varianti sul tema!); tagliato i capelli al maritopreferito; preparato la borsa per una due giorni ai castelli romani dal parentame del mio ramo; mandato avanti il ricamo a punto croce commissionato da mia mamma, che ha tema natalizio ma visto che sarebbe, come dire, carino terminarlo non per Natale 2012, ci ho messo le mani sopra già in montagna.
adesso sono qui e in cucina la pentola bolle con la pasta dentro.
dai 1600 di quest'anno mi sto ancora portando dietro la fame ad ore decisamente da pollaio, ma tent'è non riesco nemmeno a tirarla per le lunghe per posticiparla almeno un po'...
nemmeno il maritopreferito mi aiuta: è appena tornato dalla corsetta e non gli servono certo orari da ospedale per dire di no al pranzo imminente!

18 agosto 2010

4 AGOSTO - GIRO DEL SASSOPIATTO

Arriviamo al Passo Sella verso le 8.30, poco dopo l’apertura della linea di telecabine che porta alla forcella Sassolungo dove, a 2687 metri si trova il rifugio Toni Demetz. Da lassù una vista meravigliosa, tanto affascinante e ipnotizzante che ci dimentichiamo completamente di scattare almeno una fotografia, ricordandocene solo una volta iniziata la discesa del canalone, dall’altra parte. Pace! Vorrà dire che terremo il panorama solo per i nostri occhi!
Ci sono la bellezza di 6°C e fino a quando non arriviamo ad avere il sole addosso, e quindi per tutta la discesa fino al rifugio Vicenza, teniamo i pile.
C’è poca gente, qualche alpinista che lascia il sentiero principale per prendere diramazioni riservate a lui e ai suoi colleghi armati di corda, chiodi e martello. C’è silenzio.
Davanti a noi la Val Gardena è inondata di luce.
Per quasi tutto il sentiero fino al rifugio Sassopiatto non incontriamo che pochi trekkiniani, per lo più tedeschi, con i quali, come vuole l’educazione montanara, ci si saluta non appena ci si incrocia; ci siamo praticamente solo noi, i profumi di montagna e il silenzio, ma durerà per poco.
Dal rifugio Sassopiatto in poi, infatti, è un via vai continuo di gente, bambini, famiglie, anziani, cani… verrebbe da cercare, senza successo, un santuario nelle vicinanze per spiegarsi la folla lì convenuta!
Il panorama di cui godiamo è, ancora una volta, la Marmolada, poi il gruppo del Catinaccio sopra la Val di Fassa, il massiccio del Sella con il Piz Boè.
Dopo la pausa panino allo speck (stiamo facendo la cura annuale, autoprescritta) riprendiamo il cammino fino al rifugio Pertini (ancora più spiaggesco del precedente) e da lì verso il rifugio Col Rodella e poi, nuovamente al passo Sella.
Saliamo in macchina e, passando per il passo Gardena e Colfosco, siamo a casa in poco tempo. Adesso, ore 17.39, la QP ha una fame da ora di cena inoltrata…non esclude, visto l’andazzo, che a breve inizi a mettere su la pentola per la pasta e far così venire fame anche al MP (se per caso servisse un incentivo!)
Ah, non si può non ricordare che in tutte le tappe fatte, il MP e la QP hanno sempre tenuto, mediamente, un quarto d’ora di anticipo sulla tempistica indicata dalla guida… quando si dice il fiato!
Per domani, viste le previsioni meteo scoraggianti, sbrago totale con momento informativo presso l’ufficio guide alpine di Corvara per delucidazioni su una certa ferrata, pensata per venerdì, già solcata 20 anni or sono ma da ripetere!

17 agosto 2010

3 AGOSTO - VAL DI FASSA

Questa notte ha piovuto e così, come da programma, ci alziamo con calma e, anzi, decidiamo di passare una mattinata da pensionati.
Dopo una colazione sostanziosa (strudel, yogurt con cereali, latte con muesli e caffè) il maritopreferito scende in paese a comperare il giornale mentre la quipresente inizia a ricamare a punto croce la tovaglia natalizia commissionata da sua mamma.
Il tempo rimane nuvoloso ma sul balcone, esposto a est e traboccante di fiori, si sta bene. Proprio come due pensionati!
Mangiamo presto e appena finito ci mettiamo in moto, diretti verso la Val di Fassa, passando per il passo Pordoi.
Arriviamo a Canazei che i negozi sono ancora chiusi ma passeggiamo, guardiamo le vetrine e assaporiamo la vita da valligiani. Canazei è ormai da qualche anno una vera e propria cittadina, diversa da come era vent’anni fa. Più brulicante di gente, con negozi e negozietti; non so se adesso la sceglierei come meta di vacanze. Forse in situazioni diverse, con dei figli piccoli fa comodo la sua organizzazione, con giochi per bambini nel bosco lungo il fiume, adventure park e la passeggiata lungo tutta la valle…
Con il maritopreferito ci diciamo infatti che, per ora, siamo sostenitori delle vacanze laddove regna la pace, la calma, il silenzio, tutto quello che equivale al meno gente possibile, poca caciara, in un posto che se è almeno un po’ lontano dalle strade principali è meglio.
Tutto il contrario di certe filosofie secondo le quali più folla, casino, calca c’è, meglio è.
A noi sembra strano o pazzo chi sceglie quest’ultima opzione, noi passeremo sicuramente per matti o pensionati, agli occhi dei cercatori di moltitudini.
Non è un fatto di pazzia o lucidità di mente, credo che dipenda dal carattere ma anche dall’idea che si ha di vacanza. Per noi equivale a riposo mentale che inizia, però, già da quello attorno.
Mai potremmo andare in vacanza sulla riviera romagnola, per esempio.
Comunque si parlava di Val di Fassa e dei suoi paesi disseminati lungo l’Avisio.
Li rivedo sempre con piacere e per quasi tutti ho un aneddoto, una scena in mente, ricordo delle vacanze estive tra l’88 e il ’91. (tra l’altro a Mazzin e Fontanazzo la famiglia di mio papà, da quando lui aveva 9 mesi, ha trascorso molte vacanze estive e lì mio papà fu iniziato alla montagna).
Andiamo a Vigo, alla famiglia Cooperativa e, come volevasi dimostrare, aggiungo due pezzi in più al corredo da cucina, comprando una bella tovaglia tirolese e il bricco per il latte, quello smaltato rosso con i cuoricini bianchi.
Il tutto per la folle spesa di 11,50€.
Domani, viste le previsioni favorevoli, faremo il giro del Sassopiatto, la stessa gita che negli anni ’60 portò mia nonna paterna ad arrivare alla fine in lacrime per la stanchezza e a lamentarsi con mio nonno dicendo ti coe te cartin-ne nu ti me incarti ciu (con le tue cartine non mi incarti più) ma noi domani usufruiremo dell’ovovia dal passo Sella al rifugio Toni Demetz, nel cuore del Sassolungo, per poi continuare con tutto il resto.
Non arriveremo in fondo piangendo!

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ARABBA AGOSTO 2010

16 agosto 2010

16 AGOSTO 2010 ORE 7.50 am



tralascio momentaneamente la cronaca doloMITICA per soffermarmi sull'inizio di giornata odierno.

la quipresente stamattina s'è alzata ed è partita alla solita ora di quando si reca al lavoro in macchina.
cretina.
come poteva pensare di arrivare alla solita ora la mattina del 16 agosto? non lo sa neppure lei, fatto sta che ha acceso i motori alle 7.50 con sul sedile del passeggero il maritopreferito, lasciato poi vicino al mercato per rimpinzare il frigo di casa, per poi continuare con destinazione ufficio.
da lì in poi (ma anche da prima, appena imboccata la via principale del suo quartiere) è stato tutto uno scoprire pezzi d'asfalto mai visti prima, perchè solitamente coperti di auto parcheggiate o in movimento.
l'aria tersa, il sole ancora obliquo, la calma attorno e Sting su Radio2.
i passaggi, consueti per altro, sono stati San Pietro-Lungotevere-Isola TIberina-Fori Imperiali-Terme di Caracalla-stadio delle Terme-via Colombo.
la QP non riesce a pensare a cosa volere di più.
il tutto praticamente disabitato, senza auto o quelle che c'erano vaganti come guidate da anime in pena.
e forse un po' anime in pena lo erano, lei e gli altri destinati a ricominciare a lavorare in questo inizio di metà estate!
il tutto per dire che sarebbe stato da continuare il giro altrove, verso il resto dell'arredamento storico che c'è là fuori, altro che arrivare e fermarsi sotto l'ufficio...
ancora una volta, però, la QP ha potuto apprezzare il popo di città in cui vive e che troppo spesso tralascia dal notare, quando c'è gente che ci viene apposta dall'altra parte del mondo e una sola volta nella vita!

15 agosto 2010

1 AGOSTO: ARABBA - RIF. BEC DE ROCES - RIF. LAGO BOE' - ARABBA


Ieri sera abbiamo deciso che oggi ci saremmo sgranchiti le gambe con una gita leggera, facile, di breve durata per testare il durante e il dopo (gita).
Così siamo partiti a piedi direttamente da casa e seguendo guida, cartina e il nostro personalissimo ma perché non andiamo fino là? ci siamo ritrovati sulla schiena una gita di quasi 6 ore.
Complice il sole, il cielo terso, il panorama tutt’intorno e in lontananza che cambiava ad ogni curva del sentiero, ci siamo altro che sgranchiti le gambe! Che bellezza però!
Gli occhi spalancati sulla meraviglia della natura intorno a noi, l’olfatto stimolato dal profumo del pino mugo e da un insieme di erbe che danno all’aria un’essenza fresca, particolare, tipicamente montanara di montagne con vegetazione. Un aerosol benefico e da godere a pieni polmoni! Proprio l’aria che ci vuole nei tratti ascensionali!
Un primo giorno degno, quindi, accompagnato dal puntuale appetito che, per quanto riguarda la quipresente, si scatena a poche ore dall’arrivo e tale rimane fino al ritorno ad altitudini abituali.
Per domani, visto che il meteo di Arabba ci prospetta una giornata inizialmente bella e poi a peggiorare lievemente, torneremo dalle parti del rifugio Lago Boè per la ferrata Piz da Lech, breve ma concisa, ancora inesplorata sia dalla QP che dal maritopreferito.


le foto

ARABBA AGOSTO 2010

14 agosto 2010

31 LUGLIO - ROMA-ARABBA (BL)


la quipresente e il maritopreferito sono rientrati a casa da circa due ore e si ritrovano...con già le valigie smontate e una lavatrice di panni già stesa...
i casi sono due: o l'effetto dei 1600 metri è ancora nel pieno, o a breve crolleranno stramazzati al suolo.
fatto sta che manca solo la cena -a breve, sono di un affamato inimmaginabile- e poi basta, panza all'aria dopo tutto il viaggio, iniziato stamattina alle 6:10...
ma ecco qui la prima puntata di queste vacanze, a partire dal 31 luglio.


Riusciamo a rispettare il programma: alle 03:57 si accendono i motori e il muso dell’alfa romeo punta diretto verso nord.
Roma è vuota, anche se sulla strada che va verso Orte qualche macchina ha il portabagagli pieno e la famiglia addormentata.
Anche noi abbiamo il portabagagli pieno e la parte di famiglia addormentata è rappresentata dalla quipresente. La profezia fatta dal maritopreferito il giorno prima (“…verso le 8, quando FORSE ti sarai svegliata, faremo colazione…”) si avvera come se l’avesse vista con un giorno di anticipo perché è proprio verso le 8 che riprendo forma e coscienza e cerco, in qualche modo molto penoso per altro, di essere di compagnia al pilota. Anche dai miei genitori, diretti al nord ma verso ovest, arrivano sms del tipo “buon viaggio al MP e buon riposo a te…”.
Sembra una congiura, una coalizione per prendermi in giro e rimarcare il mio profondo sonno fino a una certa ora della mattina, che mi trovi a letto o sul sedile dell’alfa.
Comunque, tra uno scroscio di pioggia e il sole pieno arriviamo verso Ravenna intorno alle 8 ed è qui che, con orrore, ho un flash e realizzo di aver dimenticato a casa il caricabatteria della nikon. Non è possibile, non mi è mai successo di cadere in fallo così spudoratamente come oggi in previsione di 15 giorni di montagna, io che sono quella che gestisce la tecnologia da viaggio della famiglia e rompe all’inverosimile se c’è una dimenticanza di questo genere.
Non me ne capacito. Ricostruendo la faccenda, mi rivedo il giorno prima pensare alla nikon, affiancarla al treppiede -utilissimo in montagna- e ignorare completamente il caricabatteria. Chissà cosa m’è passato per il cervello!
Per qualche ora mi tormento, mi sento in colpa, penso a come faremo senza foto dolomitiche, alla nostra idea di andare sulla Marmolada e come fai a non far foto? mica possiamo farle solo coi cellulari! Vengono male, hanno solo 3,5 megapixel! ma per fortuna il MP mi consola e cerca, trovandola, una soluzione. Al primo centro commerciale tecnologico che incontreremo verso Padova, cercheremo un sostituto del maledetto caricabatteria rimasto a Roma e avremo risolto. Arriviamo così a Piove di Sacco e ci infiliamo da Expert che, con nostro disappunto, non vende caricabatteria sciolti. Costano anche tanto, ci dice il commesso, quasi 80€.
A questo punto ci è chiaro che dobbiamo buttarci su una nuova macchina fotografica, così a 20€ in più rispetto al costo del caricabatteria e a meno della metà di quanto avevamo pagato la nikon orfana di quest’ultimo, prendiamo una 10 pixel più piccola e leggera.
Mi rode, ma non se ne può fare a meno. Nessun regalo per il compleanno a fine agosto, dico al MP, questa spesa è causa mia.
Appena saliamo in macchina con la nuova nikon, comunque, il rodimento che avevo allo stomaco mi lascia e il viaggio procede leggero. Verso le 15 arriviamo a destino ma ben prima iniziamo a vedere roccia dolomitica affacciarsi sopra di noi; sentiamo aria di montagna.
Passiamo vicino al Civetta, vediamo un pezzo di ghiacciaio della Marmolada –che pare molto ridotto rispetto all’anno scorso, purtroppo!- e il versante est del Piz Boè.
Occhi, polmoni e cuore ci si spalancano. In breve arriviamo e prendiamo possesso della casa, tipicamente montanara, con il tetto della camera da stuzzicare qualsiasi falegname! Ah, anche qui ci sono i piumoni alla teteska, che tanto ci piacciono!
Per oggi è quanto, domani ci sgranchiremo girovagando sotto il Piz Boè, sempre versante est, ma solo mezza giornata. Sfiancarci il primo giorno non ci pare un’idea intelligente!


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ARABBA AGOSTO 2010

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