28 dicembre 2008

POST-CHRISTMAS (sia come post che come dopo)

Il Natale è passato.
Anche quest'anno la giornata del 25 è volata via senza che quasi me ne rendessi conto, tra tavola da apparecchiare, antipasto da fare, piatti e bicchieri da lavare. Ho visto la luce mattutina e poi, chiudendo le persiane per uscire in centro, la notte.
Giornata serena, in famiglia, senza rischio di infarto intestinale. Meglio mangiare bene e non troppo, per stare insieme meglio, che affogare nei piatti e ritrovarsi, poi, splamati sul divano assonnati e rincoglioniti.
Il falso d'autore del piatto d'antipasto mangiato a Tropea la scorsa estate è riuscito, ho fatto la mia porchissima figura con mamme, suocere e zie, togliendomi uno micro sfizio facendo qualcosa a loro ancora sconosciuto! E mi sono beccata anche i complimenti, devo dire meritati!
Natale sereno, dicevo, con la perdita di senso del tempo (e quindi giorno di settimana e data) e conseguente allontanamento dalla realtà circostante. Non so più cos'è successo nel mondo, quando, perchè e come.
Ho solo letto, in seconda pagina, che Victoria Beckham ha speso, in un paio di giorni a Milano, tra i 70 e i 100.000 Euri. Qualche gonna, un paio di vestiti, un po' di scarpe, qualche cinta, due dopobarba per il marito super trendy...
Si farà inoltre regalare la nuova FIAT 500 modello Abarth 1.4 turbo-jet da 160 cavalli, color grigio metallizzato, sempre dal marito soprastante, come regalo di trasferimento da Los Angeles a Milano.

Due cose penso:

1) meno male che c'è lei, a far girare l'economia italiana. In due giorni ha speso quanto potrei guadagnare più o meno in dieci anni. Se Beckham giocherà nel campionato italiano fino alla morte, avremo una fetta di pil in attivo grazie a sua moglie.
Inoltre, chi da settimane rompe le scatole dicendo che gli italiani devono spendere e spandere, può considerarsi soddisfatto e piantarla. Ne approfitti per tacere.

2) da più di un anno dico al marito preferito che potrebbe anche regalarmi una macchina, scegliendo liberamente tra la nuova 500 e l'Alfa Mito, con motivazione il trasferimento dai Castelli Romani a Roma, ma ancora non l'ha fatto.
Qualcosa mi dice che non ritiene la cosa degna di considerazione...
Sarà che devo forzare la mano sui chilometri?

22 dicembre 2008

CODICE DELLA STRADA E SUE APPLICAZIONI

Mi piace guidare, guido bene. Mia mamma mi insegnò, dieci anni or sono, prendendosi pure i complimenti dell'esaminatore e posso anche io dire, come lei, di non rientrare nella categoria donne al volante pericolo costante.
Da pedone, però, mi imbestio. Infatti, più passano i giorni e più devo confermare la tesi per cui automobilisti e centauri considerano:

1) il Codice della Strada un libro...qualsiasi, da dimenticare appena superato l'esame della patente;
2) i pedoni null'altro che elementi ingombranti che occupano, a sproposito, il manto stradale, ragione per cui vanno evitati ed eventualmente abbattuti.

Eppure qualche giorno fa, sulle strisce, all'entrata dell'american multinational firm dalla quale dipartirò tra un mese e spiccioli, un centauro mi ha vista indugiare appena fuori dal marciapiede, ha rallentato e si è fermato a qualche metro da me. Non ho rischiato la vita, come solitamente succede, anzi, mi sono stupita e dallo stupore ho anche ringrazito il generoso scooterista per un gesto di cui per altro dovrei godere normalmente grazie al suddetto codice...
Magum gaudio ho provato arrivando all'altro lato della strada, qualche rispettoso del Codice esiste ancora... Il genere homo centaurus è ancora recuperabile!
Questa mattina, speranzosa, ho attraversato nuovamente la strada davanti alla multinational credendo di passare al primo approccio ma le mie ottimistiche attese sono state immediatamente sotterrate da una folla di auto e moto che, incuranti della mia presenza, hanno sfrecciato davanti a me.

Un lato positivo della fine del contratto è che non dovrò più lottare ogni mattina e sera per entrare in ufficio e tornare a casa...su quel pezzo d'asfalto.
Speriamo di dover lottare su un altro.

18 dicembre 2008

POTERI DEL WI-FI

Finalmente, dopo un mese di parcheggio con vari spostamenti da un angolo all'altro del tavolo della sala, prima di cena mi sono decisa ad installare il modem Wi-Fi, il senza fili, la scotoletta che ti permette di essere connesso senza rogne di cavi intorno e sempre e solo dalla stessa postazione divenuta ormai obsoleta e noiosa.
All'alba del 2009 io e il marito preferito ci siamo stupiti nel portare il pc, senza alcun cavo penzolante, dalla sala alla cucina alla camera con la connessione funzionante e all'opera.
L'abbiamo persino portato in terazza, il pc, con tanto di giacca per non prender freddo, ma l'apice l'abbiamo raggiunto quando il marito preferito ha detto prova a sederti sul water, dovrebbe essere il punto più lontano e con più muri in mezzo, al che io, seduta sul copri-water trasparente con le conchiglie dentro e col pc in mano, ho realizzato che d'ora in poi, all'ora X, sarà più dilettevole ed efficace leggere repubblica.it che la sua versione cartacea...
E vuoi mettere...

17 dicembre 2008

SIGNORE E SIGNORI....

E' un mese che a casa proviamo questo stacchetto natalizio...
Finalmente è pronto con luci, addobbi, telecamera e musica...
AUGURI A TUTTI!!!

PS disattivare l'audio della hit list a lato!

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11 dicembre 2008

IL SARTO

Although you think I smile,
inside and all the while...
I'm wondering about my destiny

I'm thinking about,
all the things,
I'd like to do in my life.

I'm a dreamer,
a distant dreamer,
dreaming for hope, from today.


"...anche se pensi che sorrida,
continuamente dentro di me
mi interrogo sul mio destino,

penso a tutto ciò
che mi piacerebbe fare nella vita.

Sono una sognatrice
una sognatrice lontana
che sogna speranza da oggi in poi..." Duffy - Distant dreamer


So perfettamente perchè queste parole mi si addicono come un vestito fatto su misura da mani esperte, quelle di un Sarto, il migliore tra i migliori, non uno qualsiasi. Il Sarto.
Ecco perchè.
E' qui davanti a me, con il metro plastificato giallo-blu attorno al collo, il porta-spilli al polso, gli occhiali da presbite sulla punta del naso, una camicia bianca con le maniche arrotolate a metà avanbraccio, pantaloni neri e ai piedi delle specie di scarpe che sembrano pantofole. Io sono nel camerino del suo atelier, su una pedana, e lui è affaccendato attorno a me; ho le braccia alzate e lo lascio fare.
Ho Marco vicino, è dietro di me, seduto su una poltona di velluto bordeaux per gli accompagnatori dei clienti.
Mi guarda nello specchio che ricopre tutta la parete davanti a me e io lo guardo nel riflesso.
Ci capiamo con gli occhi, ci sorridiamo. Ci fidiamo del Sarto, mi conosce da sempre, mi ha sempre vestita e conosce a memoria le mie misure e miei gusti, il mio stile e le mie preferenze, il mio carattere e le mie esigenze. E così è per Marco: ancor prima di conoscermi, anche lui veniva qui, dal mio Sarto; ora è diventato il Sarto di famiglia.
Mi ha telefonato qualche giorno fa, ho una sorpresa per te, mi ha detto, qualcosa che ti starà a pennello, appena puoi passa in negozio!
Cos'è?, gli ho chiesto da diffidente quale sono, ma lui non si è fatto tentare, non si è lasciato scappare un solo indizio che mi facesse capire cosa la sua mente aveva creato.
No, non ti posso dire niente, è una sorpresa ma devi fidarti di me, come tutte le altre volte...
A Marco piacerà?
Tranquilla, penso sia ai tuoi che ai suoi gusti!

04 dicembre 2008

OGGI, ORE 15.50

Il sole di oggi si addice poco alla giornata che sto trascorrendo, eppure c'è e nonostante il bel freddo che lo accompagna, riscalda e dà quasi conforto.

Il reparto dell'azienda in cui lavoro ha svuotato la stanza ed è, adesso mentre scrivo, in riunione con manager e dirigenti per conoscere la fine che faremo in questo momento di taglio del personale o, come dicono elegantemente e all'americana per non farci sentire carne da macello, reingeneering, ristrutturazione.
Da ieri, saputo che oggi dalle 15.30 in poi ci sarebbe stato questo incontro, siamo tutti, chi più chi meno, in preda a fermento, ansia, nervosismo, preoccupazione, tensione, paura.
In casi simili, non ci sono proposte di social plan, ammortizzatori sociali, paracadute o materassi che tengano: si ha paura e basta.

E' la prima volta che vivo una cosa del genere quasi direttamente (il mio meraviglioso contratto a progetto mi vede esclusa dal processo di reingeneering, come se il mio destino qua dentro non fosse legato a quello del resto del reparto...vabbè) e ne sono coinvolta tanto quanto i miei colleghi, che vedono vacillare la loro posizione lavorativa dopo 17, 20, 24 anni di fedeltà alla stessa azienda, non sapendo cosa avranno e se lo avranno.

Tra i componenti del team cui appartengo, rischio meno di altri, un po' per l'età che mi vede ancora vendibile sul mercato (nel caso in cui ci fosse richiesta di qualcosa da qualche parte, cosa di cui personalmente dubito, almeno per come stanno andando le cose), un po' grazie al lavoro del mio marito preferito, che ci permetterebbe di vivere qualora mi vedessi sfaccendata per n tempo...
Nonostante queste micro-certezze, dicevo, mi sento coinvolta totalmente. E non potrebbe essere altrimenti.

Mi si è stretto il cuore quando, mezz'oretta fa, ho chiuso dietro le spalle delle mie quattro colleghe la porta di servizio che comunica con l'ala dirigenziale del nostro reparto; sarei saltata al collo a tutte, cercando di far sentire loro la mia vicinanza e il mio conivolgimento...
Al mio buona fortuna, mi sono anche dovuta beccare la risposta di una che, in tono comprensibilmente schizzato, mi ha fatto notare che non si deve dire così perchè porta sfiga, semmai si dice in bocca al lupo o in c... alla balena! (ma io che non sono supertiziosa, candidamente non lo sapevo, per cui ho incassato!).

In questo momento sono in trepida attesa, e ripenso a mio padre quando qualche mese fa mi parlò, riconfermandolo di recente, della sua preoccupazione del tipo di mondo che sta lasciando ai suoi figli e nipoti, per certi aspetti molto peggiore di quello che, alla nostra età, lui ricevette da suo padre... e sì che mio padre è del 1948 e tra austerity e anni di piombo ne ha viste tante passare per questo nostro Paese!

Penso a questo e guardo il sole a ovest, sta tramontando.
In fondo domani è un altro giorno, e si vedrà!

01 dicembre 2008

MENO MALE CHE C'E' ZELIG!

E' un bel modo per iniziare la settimana e un'occasione per vedere tutta l'Italia su un palco a far ridere chi ascolta. Romagnoli, romani, siciliani, calabresi, bergamaschi, milanesi...
Ci sono tutti lì, a comicizzare la vita quotidiana, l'amore, la spesa al supermercato, i pomeriggi all'Ikea, a volte la politica, ma mai a prendere in giro o criticare il vicino di regione.
Si rispettano loro con la comicità... magari avessimo dei politici che rispettano i compatrioti, invece di denigrarli e insultarli pubblicamente!

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