02 gennaio 2008

LAS VEGAS-MAMMUTH LAKES

Partiamo di buon mattino dalla città più folle del pianeta, con una temperatura fresca e piacevole, diversa da quella calda e secca dei giorni precedenti.
La strada tra Las Vegas e Mammuth Lakes è lunga e si dipana tra altipiani e rettilinei infiniti, salite e tornanti...ma dobbiamo pur arrivare a 3000 metri in qualche modo!
La guida inizia a farci abituare alla possibilità sempre più concreta di dover rinunciare al Tyoga Pass, a causa, dice, di strada ghiacciata, e dover ripiegare su Sacramento, la capitale della California.
Non siamo contenti. A nessuno interessa la città di Schwarzy; preferiremmo di gran lunga vedere il Sequoia Park e altra bellissima natura là intorno.
Capiamo presto che dovremo rassegnarci all’idea e rinunciare all’ultimo parco naturale previsto dal programma.

Costeggiamo la Sierra Nevada e dopo un pranzo in una cittadina sperduta, in mezzo al niente (letteralmente), che non capiamo come Burger King abbia scelto come sede di un suo fast food, arriviamo a Mammouth.

Qui la natura montanara è la padrona, anche se è incredibile: da noi, a tremila metri, non c'è tutta questa vegetazione ma solo roccia. Qui i pini e gli abeti vivono e crescono lussureggianti, incontaminati e liberi. Tanti alberi sono abbattuti da fulmini. Incrociamo qualche cervo, qualche capriolo.
La gente ha visi da montagna. Nei negozi in cui entriamo ci sono solo ragazzi giovani, sportivi, scattanti, amanti della neve e della natura. Si vede e si capisce da come si pongono, da come si vestono, da quello che vendono…
Quando arriviamo all’albergo, la guida ci invita a fare attenzione: potremmo incontrare qualche orso nei paraggi del cottage dove dormiremo... Buono a sapersi!

L'albergo è quanto di più montanaro abbia visto in vita mia fino ad ora. Un fascio di legno, moquette, luci soffuse, animali imbalsamati ai muri, lampadari di corna di cervo appesi ai soffitti. E' caldo, accogliente. Un enorme camino scoppietta all'ingresso.

Arriviamo alle nostre camere con vista diretta sulle piste da sci. Si potrebbe uscire dalla stanza passando per il balcone, senza nemmeno dover saltare (è al piano terra), fare circa 100 passi, mettersi gli sci e salire su una delle 10 seggiovie.
C'è già un po' di neve, ma non abbastanza per aprire gli impianti.

Prima di cena facciamo un incontro piacevole con un animale selvatico, per tutti noi mai visto dal vivo fino a questo momento: un procione.
Ci chiamiamo a vicenda, bussando ai finestroni scorrevoli che ci dividono dal freddo esterno. In pochi minuti siamo tutti fuori, nella morsa del freddo, a guardare come bambini affascinati, il povero animale impaurito. Non è del tutto spaventato, però, si capisce che è abituato alla presenza umana: sa di poter ricavare qualcosa da mettere sotto i denti. E infatti racimoliamo qualcosa e la lasciamo sulle assi di legno del balcone…addirittura c’è chi tira fuori una caramella di gelatina. L’amico fritz spazzola tutto, ignaro del fatto che siano cose non proprio indicate per la sua dieta!

Fa freddo. Fuori l’aria è tersa, gelida, invernale. Da montagna.
Siamo a 0°C. Non so quanto nella notte la temperatura sia andata al di sotto dello 0, certo è che la mattina dopo, verso le 8, arriveremo al pullman calpestando erba bianca e gelata, perdendoci la vista, a detta della guida, di due stupendi esemplari di orsi di circa 100 kg l’uno.
Lì per lì siamo dispiaciuti, per aver perso un’occasione unica…ma pensandoci ci accontentiamo volentieri della descrizione della guida!
Ripartiamo, destinazione Sacramento, capitale della California.

2 commenti:

Berardo ha detto...

Ciao Maria Chiara, posti stupendi!! E' bello vederli attraverso i tuoi occhi!
Auguri per un anno ancora più bello del 2007!!

Ciao!!

berardo.

PS
Di botti manco uno sparato! Ho fotografato quelli sotto casa uscendo presto!!

Marie Claire ha detto...

ciao bera...
in uqesto 2008 mi piacerebbe fare un altro viaggio, sulla scia del viaggio di nozze...chissà!

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