15 agosto 2006

XI GIORNO - Ferrata Santner

ore 07.10
Il sole fa brillare le montagne davanti alla finestra della mia stanza.

La giornata è radiosa. Partiamo.
Dalla Val Badia ci spostiamo in Val di Fassa e da qui al passo Nigra.
La salita in seggiovia è abbastanza lenta e nell’ultimo tratto fredda.
Come se non bastasse, quando scendiamo, tutti e cinque ci accorgiamo di avere i pantaloni bagnati: i sedili della seggiovia non sono stati rialzati la sera precedente dagli addetti ai lavori, per cui hanno assorbito per bene la pioggia e l’umidità cadute nella notte.

A 2°C, a 2000 mt, all’ombra, non è un’esperienza molto idilliaca avere i pantaloni (e non solo loro) bagnati...!

In breve attacchiamo il sentiero (i pantaloni iniziano ad asciugarsi e noi a scaldarci), che dopo alcuni sali-scendi nella neve, diventa ripido. Ci imbraghiamo in un punto in cui c'è il sole: non vogliamo fermarci più avanti, magari ombra, e farci gelare il calore del corpo addosso.
Presto usiamo mani e piedi. L’aria è fredda.
La formazione vede mio padre in testa, mio fratello Andrea, sua moglie Letizia, io e Marco a chiudere.


Ne passa prima di arrivare al cavo fisso; dopo un po’ ci rendiamo conto che parte del cavo, (dall’ultima volta che avevamo fatto questa gita - estate 1991), è stato rimosso…evidentemente, secondo gli indigeni manutentori, era meglio l’eliminazione piuttosto che la manutenzione. Quindici anni fa il cavo era più “fitto”…e non dava assolutamente fastidio averlo vicino! Anche questa volta ci avrebbe fatto comodo, visto e considerato che con la neve e il ghiaccio che abbiamo attorno, tanti degli appigli normalmente utilizzabili, sono invisibili e inaccessibili.
Presto le mani, riparate solo in parte dai guanti da ferrata, hanno dita livide e insensibili, per il continuo sfiorare e aggrapparci alla roccia fredda, a tratti gelata.

Nonostante tutto ci divertiamo, si snodano battute spiritose tra la truppa.
La neve rallenta il ritmo, così ci troviamo in vetta un’ora dopo rispetto all’orario ipotizzato, dopo aver affrontato anche qualche passaggio tra la nebbia.
Velocemente imbocchiamo la discesa che dal passo Santner porta al rifugio Re Alberto, non prima di aver ammirato lo spettacolo delle Torri del Vajolet che si apre davanti a noi.
Ancora una volta, neve sotto i nostri piedi. Sembra una gita invernale, invece siamo a ferragosto.


In questo tratto di monti la gente è più presente, compresi pellegrini che, un po’ troppo imprudentemente per l’ambiente e le condizioni atmosferiche, affrontano escursioni anche relativamente facili in scarpe da tennis.
Al rifugio Re Alberto mangiamo qualcosa velocemente, contornati dalle Dolomiti del gruppo del Catinaccio spruzzate di neve. Anche qui la farina bianca aiuta a conoscere pieghe della montagna che normalmente passano inosservate; così, invece, tutto è più definito, e allo stesso tempo completamente diverso ai nostri occhi, sconosciuto fino a questo momento.



C’è una cordata di due persone che scendo in corda doppia dalla Torre Winkler, la terza delle Torri del Vajolet.

È un bell’ambiente, una enorme conca che accoglie ma graffia, allo stesso tempo, gli occhi con i suoi profili affilati e puntati verso il cielo.

Nel frattempo discendiamo al rifugio Vajolet e da qui, direttamente al secondo troncone di seggiovia che dall’altipiano di Gardeccia scende a Pera di Fassa (nostra vecchia base nelle estati dal 1988 al 1991).
In breve, seduti su panchine volanti, siamo a un passo dalla statale 48 delle Dolomiti e al parcheggio della seggiovia.
Scendendo, siamo tutti abbastanza contenti all’idea di rimettere presto i piedi in scarpe morbide, e non meno contenti della bella giornata, trascorsa immersi in uno spettacolo insolito per ferragosto!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Compimenti per descrizione e per la scelta del posto. nel 2003 anch'io sono stato da quelle parti per scalare le tre torri del Vajolet, quindi compendo la tua soddisfazione per un giro in un ambiente così.
Visto che altri hanno qualche esperienza di ferrate, chi sa se nel calendario che ho preparao per il 2006-7 non possa fare qualche ritocco ad una di queste escursioni. Vediamo.
Ci vediamo alla prossima escursione.
Ciao Dono

Marie Claire ha detto...

Forte, sulle Torri!!!
Sì, sono davvero uno spettacolo da lasciare a bocca aperta; se non ci si passa davanti, non si può spiegare e capire la sensazione che dà vederle!
Aspetto maggiori dettagli sulle escursioni autunno-inverno 2006-2007!
A presto,
Maria Chiara

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