17 luglio 2006

per cominciare...

Sempre in viaggio, su e giù per l’Italia.
Non so se dire che Roma-Milano è l’andata o il ritorno e viceversa.
Forse però è l’andata, perché è così che ho iniziato la mia vita da genovese trapiantata a Roma 9 estati fa, di base a Milano da quasi due mesi, ormai.
Così la mia settimana è scandita da lunedì-martedì-mercoledì-giovedì-venerdì salgo sul treno e torno giù (allora Milano-Roma è il ritorno!), solo che le ore a Roma passano volando, le vedo da lontano, come da un finestrino di Eurostar. Non riesco ancora a uscire dall’ufficio, chiudermi la porta dietro le spalle e riaprirla il lunedì mattina successivo… fa parte del “pelo sullo stomaco”, qualcuno mi dice, che la vita non mi ha ancora fatto crescere abbastanza. Ci sarà tempo utile anche per quello.
Intanto, di questa parentesi da pendolare mi godo i viaggi in treno, a volte in I a volte in II classe, a seconda delle offerte Trenitalia.com.
È popoloso il treno che prendo, sia al ritorno che all’andata. Un mondo di ominidi pendolari, con vite professionali e private divise da kilometri di assi e rotaie. Ed è simile, alla fine, come ci si comporta sul treno del venerdì sera e su quello della domenica pomeriggio.
Si dorme molto di più su quello del venerdì, un treno riempito fino ai corridoi di incravattati-in-grigio, signore eleganti sicuramente fiorentine, studenti, giovani neo assunti come me, famiglie, persone di mezza età; tutti, indistintamente, col trolley al seguito (beato chi le creò!).
C’è chi parla al cellulare, chi guarda film in dvx sul pc portatile attaccato alla presa di trenitalia per non consumare la batteria, chi ascolta musica digitale in penne che stanno chiuse in una mano (lettore cd? Pfiu, roba vecchia, ormai!), chi legge, chi chiacchiera, chi coccola il cane, chi dorme…
Si è stanchi, ma il cuore è leggero: davanti a noi il weekend. La casa. La calma. Il riposo delle stanche membra.
E si scende poi a Roma. In tanti. Stazione Termini è un caos, sembrano le 8 di mattina.
La domenica pomeriggio, invece, si è tutti un po’ meno esuberanti nello spirito, perché il giorno dopo si ha da riaprire la porta dell’ufficio, boys, e come è sempre stato fin dai tempi della scuola, il tutto pesa! Si vorrebbe essere ancora là, al binario numero 7, in attesa dell’eurostar per Roma delle 19 di un venerdì del mese…
Ma, come dice mio padre, se non venisse il lunedì mattina, non tornerebbe nemmeno il venerdì… e allora lo spirito si fa leggero, e si scende a Milano Centrale con meno patemi in animo.
In fin dei conti, c’è davanti ancora tutta una notte per godersi il sonno del giusto...e cinque giorni da vivere per poi risalire sul treno dell19 e riscendere a Roma...

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